PAOLA

Paola (Cosenza) è una località balneare della Riviera dei Cedri, nota in tutto il mondo per il Santuario di San Francesco.
La città, tra il IV e il III secolo a.C., fu soggetta a Clampetia (Amantea), ex polis della Magna Grecia finita in mano bruzia e, dopo la seconda guerra punica (219-201 a.C.), fu conquistata, insieme alla stessa Clampetia (che si era schierata con Annibale), dai Romani. Divenne poi dominio di Bizantini, Normanni (intorno al Mille), Svevi (1220), Angioini (1282), Aragonesi (1324), Spagnoli (1503), Borboni (1738 e 1815), dei Bonaparte (1806). Fu saccheggiata e incendiata il 2 luglio 1555 dal corsaro turco Dragut e il 18 ottobre 1806 dai Francesi. Nel settembre 1860 accolse le truppe garibaldine, che partirono proprio dal suo porto per raggiungere Garibaldi a Napoli. Nell’estate del 1943 venne ripetutamente bombardata dagli Angloamericani.

San Francesco nacquePaola il 27 marzo 1416. Dopo un esperimento di vita conventuale francescana, fortemente voluta dai genitori, si ritirò da eremita in una proprietà familiare. La fama di questo monaco, che aiutava i bisognosi, tuonava contro le ingiustizie e operava prodigi, ben presto produsse l’istituzione dell’Ordine dei Minimi e conquistò persino i potenti, come il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona, il re di Francia Luigi XI e i suoi successori, che lo trattennero oltralpe fino alla morte. Sopraggiunta il 2 aprile 1507 e seguita a breve distanza dalla canonizzazione (1519). I suoi resti mortali sono custoditi nella basilica antica (XVI sec.) del Santuario, edificato a partire dal 1435-1452. Qui è possibile visitare pure le grotte dove visse, con la cappella originaria, che custodisce alcuni suoi oggetti (la Corona del Rosario, lo scapolare con il cappuccio, le calze e i sandali, una pentola, la tunica interna, il mantello con cui attraversò lo Stretto di Messina). Il chiostro (XV e XVI sec.), che accoglie ancora il suo roseto. La Via dei Miracoli, un itinerario tra alcuni dei suoi portenti più famosi (il Macigno, la Fornace, l’Acqua della Cucchiarella, il Ponte del Diavolo, la Bomba angloamericana inesplosa). In centro città, invece, nei pressi dell’Arco di San Francesco (XVI sec), sormontato da una veneratissima statua del Santo, si può ancora vedere la Casa Natale di San Francesco, trasformata in chiesetta.

Di notevole interesse anche la Chiesa ipogea del Carmine, detta di Sotterra, edificata (VIII sec.) in località Gaudimare, sepolta (forse nel Cinquecento) da una frana o un’alluvione, riscoperta (1876) in occasione della costruzione della soprastante Chiesa della Madonna del Carmine, che ha restituito i suoi preziosi affreschi bizantini in tutto il loro splendore. La Badia di Santa Maria di Valle di Josaphat, eretta in contrada Fosse tra il IX e l’XI secolo e affidata dai Normanni all’Ordine di Santa Maria di Valle Josaphat, che comprende, tra l’altro, una Chiesa a navata unica e una caratteristica Torre bipiana. La Chiesa matrice dell’Annunziata. La Chiesa del Santissimo Rosario (1690-1742). La Chiesa della Madonna di Monte Vergine. La Chiesa di San Michele Arcangelo. La Torre dell’Orologio (XVII sec.), che conserva l’orologio (ancora perfettamente funzionante) e il sistema campanario originali. La Torre del Castello. La Torre del Soffio (1530). Monumentali fontane, come I Pisciariddi (XVII sec.) e la Fontana dei Sette Canali (1636).

Paola è anche una nota località balneare, servita da un importante nodo ferroviario e da uno splendido lungomare. Un paradiso per gli amanti del trekking (il Cammino di San Francesco di Paola, l’Appennino Paolano, il monte Cocuzzo) e della buona tavola. Che qui potranno comprare i famosi pomodori di Belmonte, conserve (rosamarina e alici salate), funghi (freschi, secchi, sott’olio e in salamoia, trasformati in salse e patè), fichi secchi, tradizionali prodotti del maiale (soppressata, capocollo, salsiccia, pancetta, guanciale, agliata, frisuragli). E assaggiare l’ottima cucina locale, tra pasta al forno, spaghetti ammollicati, lagane (tagliatelle) e ceci. Alici e rosamarina (novellame di pesce azzurro) marinate, fritte, a frittelle, a frittata, a polpette. Capretto alla genovese.  Lo  ‘mpiulatu, squisito pane farcito tipico della zona. 

 

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