PIZZO

Pizzo (Vibo Valentia) è una celebre località turistica della Costa degli Dei, che rientra nel Parco Naturale Regionale delle Serre. Un antico borgo marinaro, in cima (‘pizzo’) a un promontorio tufaceo, a picco sul Tirreno.

La città, nata probabilmente sulle rovine di Napitia, colonia focese, fu distrutta intorno al 300 d.C. e rifondata, nella posizione odierna, dai superstiti  verso il 903, assumendo l’attuale denominazione per via della sua posizione. Pizzo si sviluppò dalla seconda metà del 1300, intorno a un monastero basiliano e prosperò grazie all’antica arte della pesca e della conservazione del pesce (specialmente dei tonni), oltre che al commercio e alla pesca del corallo

Il suo caratteristico centro storico accoglie affacci panoramici (u ‘spunduni; il Belvedere di Piazza della Repubblica; Piazzetta Padiglione), palazzi nobiliari (Palazzo Musolino; Palazzo Alcalá; Palazzo Mattei; Villa Cordopatri), il Vicolo dei Baci e quello degli Abbracci, l’eterea scultura del Collezionista di Venti (2013). Il suo Castello Aragonese, eretto (1492) da re Ferrante, su una torre di avvistamento angioina, è diventato un museo ed è ormai noto come Castello Murat, perché qui fu imprigionato e fucilato (13 ottobre 1815) Gioacchino Murat. Mentre la spettacolare Chiesa di Piedigrotta (XVII sec.), scavata in una grotta marina da alcuni naufraghi napoletani, poi ampliata e arricchita dall’artista locale Angelo Barone, da suo figlio Alfonso e suo nipote Giorgio (scultore canadese), è divenuta uno dei monumenti calabresi più visitati, dopo i Bronzi di Riace (Museo Archeologico di Reggio Calabria). Tra le principali attrattive napitine si segnalano ancora la Chiesa matrice di San Giorgio (Patrono della città), che conserva il corpo di Murat e un marmoreo S. Giovanni Battista (XVI sec.) attribuito a Pietro Bernini (papà di Gian Lorenzo). La Chiesa del Purgatorio, detta “dei Morti” per via della cripta con alcune tombe a scolo. La Chiesa di San Sebastiano (XVI sec.), ristrutturata nel primo Ottocento, che, tra ori e stucchi, conserva le sei ottocentesche statue della Passione di Gesù che sfilano il Sabato Santo in processione. La Chiesa della Madonna del Carmine (XVI sec.), edificata su una cappella votiva eretta dai pescatori di corallo amalfitani e ricostruita dopo un incendio (1995), con notevoli statue di marmo. Il Museo del Mare.

Pizzo, premiata più volte con le Vele Blu di Legambiente, ricade nel Parco Marino Regionale Fondali di Capo Cozzo (Zambrone) S. Irene (Briatico) Vibo Marina − Pizzo − Capo Vaticano (Ricadi)Tropea(comprendente altresì il comune di Parghelia), caratterizzato da estese praterie di posidonia; alta biodiversità (scorfani, saraghi, occhiate, polpi, murene, pagelli, orate, mormore, cernie, anche di notevoli dimensioni; in primavera e autunno passaggio di tonni, ricciole, palamite, nonché di delfini e stenelle); reperti di archeologia subacquea. E nel Sito di Interesse Comunitario Zona costiera tra Briatico e Nicotera (che comprende i comuni di Vibo Valentia, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera), caratterizzato da scogli e falesie di notevole pregio ambientale. La celebre costa napitina (dotata di un porticciolo turistico), che inizia (a nord) con la pineta e la spiaggia di Colamaio, con il SIC delle Dune del fiume Angitola e prosegue con la Scogliera dei Prangi, il piccolo fiordo de La Seggiola, la spiaggia bianca di Timpa Janca, rappresenta un autentico paradiso per gli amanti del diving e della pesca. Inoltre Pizzo offre affascinanti percorsi trekking e biking, come quello che porta alla Croce Di Pamboffa (400 m. s.l.m. ca.).

Pizzo è famosa nel mondo per il suo Tartufo IGP, una golosa semisfera di gelato alla nocciola ricoperta di cacao amaro in polvere e ripiena di cioccolato fondente fuso, con ormai mille varianti. Un’autentica delizia creata negli anni ’60 dai maestri gelatai napitini, con una forma e un colore che ricordano il prelibato fungo ipogeo diffuso in tutto il Parco Regionale delle Serre. Tra le eccellenze cittadine spiccano pure il tonno, fresco e conservato (bottarga, salse, tonno sott’olio), le fragole (esportate in tutt’Europa), l’uva zibibbo (da tavola, vino e essicazione). Tra i piatti tipici napitini si segnalano pasta alla pizzitana, pasta con pomodoro e bottarga alla pizzitanaspaghetti alla serresespaghetti al nero di seppia, tonno alla pizzitana, alici marinate, involtini di pesce spada. Tra gli innumerevoli eventi locali, la rievocazione storica degli ultimi giorni di Murat (ottobre) e la suggestiva Settimana Santa, che culmina con la Processione dell’Addolorata (Venerdì Santo), la Processione della Passione di Cristo (Sabato Santo) e l’attesissima Affrundata (Domenica di Pasqua), quando la Madonna e San Giovanni corrono letteralmente incontro a Gesù Risorto.

 

 

 

 

 

 

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