SCALEA e i corsari

Scalea ha origini antichissime, come dimostrano i reperti paleolitici rinvenuti nell’area di Torre Talao (divenuta, perciò, uno dei più importanti complessi musteriani calabresi); l’insediamento indigeno-enotrio (VI sec. a.C.) scoperto in località Petrosa; i numerosi ruderi di ville sparse sul territorio, in età imperiale, dalla colonia romana di Lavinium. Città nata alla foce del fiume Lao (nei pressi di Scalea), dopo la distruzione di Laos (l’importante polis magnogreca sorta nell’odierna Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro). Che in epoca greco-bizantina, per sfuggire alla malaria e alle incursioni saracene, si spostò in collina, fondando l’attuale Scalea, e un villaggio ad essa collegato (la futura San Nicola Arcella).

Dopo il dominio bizantino, longobardo (VI sec.), normanno (XI sec.), svevo (XII sec.), il territorio scaleota affronta quello angioino (XII sec.), al quale si ribella ostinatamente con successo, passando sotto Giacomo II d’Aragona (XIII sec.), che, grato, gli assicura un sensibile sgravio fiscale. Così Scalea, che aveva già primeggiato nell’attività marinara e mercantile in epoca normanna, vivrà (fino all’inizio del XV secolo e poi ancora nel Settecento) un periodo magico, con una marineria annoverata tra le più potenti di Calabria. Intanto la città, che da tempo aveva accolto i monaci basiliani, fuggiti dall’Oriente (nel VII-VIII secolo, a causa dell’islamizzazione di Palestina, Siria, Egitto e della persecuzione iconoclasta scoppiata nell’Impero Bizantino) e dalla Sicilia arabizzata (IX sec.), diventa pure un fiorente centro religioso, artistico e culturale, grazie soprattutto al convento francescano fondato (1255) dal Beato Pietro Cathin, compagno di San Francesco d’Assisi.

Ma nell’affasciante storia scaleota non mancano i periodi bui. Scalea, infatti, nel Cinquecento viene messa a fero e fuoco dal sanguinario corsaro Dragut. Nel Seicento è costretta a fronteggiare il terribile corsaro Amurat Rais e una serie di terremoti, carestie e pestilenze. Nel 1806 viene devastata dalle truppe napoleoniche. E durante la seconda guerra mondiale subisce vari bombardamenti aereo-navali dagli Angloamericani.

Infine, negli anni Sessanta, la città si sviluppa sulla costa, imponendosi come una delle principali località turistiche della Riviera dei Cedri.

 

 

 

 

 

2 commenti su “SCALEA e i corsari”

  1. Grazie di avermi fatto vivere la Calabria seduta in poltrona. Quest’estate invece voglio essere li, mi avete fatto venire una grandissima voglia. Bel mare, bei luoghi, tra storia e profumi, ottimo cibo voglio assaporare tutto dal vivo. 😍👍😍

    1. Questa è una gran bella notizia… vuol dire che stiamo cogliendo nel segno… Allora ti aspettiamo nella nostra bella Calabria! E ti auguriamo vacanze indimenticabili!!

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