VIBO VALENTIA

Vibo Valentia (capoluogo di provincia), abitata fin dal Neolitico, fu antropizzata dagli indigeni preellenici, che la chiamarono Veip (da cui il nome Vibo). Diventò successivamente Hipponion, importante polis della Magna Grecia, fondata (VII sec. a. C.) dalla potentissima Locri. Quindi, dominio dei Bruzi. Poi, colonia (192 a.C.) e municipio (89 a.C.) romano, con il nome di Vibo Valentia. Fortificata dai Normanni, venne ricostruita da Federico II di Svevia, che la rinominò Monteleone e ulteriormente valorizzata dagli Angioini. Nel 1928 riprese l’antico nome romano di Vibo Valentia.

La città è dominata da un imponente Castello, costruito sotto Federico II e più volte rimaneggiato, che ospita il Museo Archeologico Nazionale, con importanti reperti (dalla preistoria al medioevo), come la celebre Laminetta d’oro (VI sec. a.C.). Notevoli pure il Duomo, eretto nel primo Settecento, sui resti di una chiesa bizantina (che secondo la tradizione accolse il corpo di San Leoluca, protettore della città), con una Madonna della Neve attribuita a Antonello Gagini, un magnifico trittico, sempre del Gagini, affreschi e dipinti ottocenteschi. La barocca Chiesa del Rosario (XIII sec.), quella di San Michele (XVI sec.) e quella di San Giuseppe (XVII sec.), che conservano statue e dipinti settecenteschi. La barocca Chiesa di Sant’Antonio di Padova (XVI sec.), con opere del ‘600 e ‘700, tra cui una Madonna con Sant’Anna di Luca Giordano. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli (XVII sec.), con un gruppo statuario del Cristo morto e un pulpito in legno finemente intagliato. Palazzo Capialbi, che custodisce una collezione archeologica di età romana, bizantina, normanna e Palazzo Cordopatri, che ospita una stupenda collezione archeologica del periodo greco-romano.  Assolutamente da visitare anche il Museo di Arte Sacra, che raccoglie, tra l’altro, il Tesoro del Duomo, sculture del Gagini e di Cosimo Fanzago. Le rovine di Hipponion.

Vibo Valentia è crocevia di tutte le possibili vie di comunicazione, dall’autostrada A2 SA-RC alla linea ferroviaria, dal suo moderno porto turistico e commerciale al vicino aeroporto internazionale di Lamezia Terme. La città gode di una posizione invidiabile, pure perché sorge sul versante nordorientale del monte Poro, in prossimità dei Monti delle Serre, nel Golfo di Sant’Eufemia e lungo la splendida Costa degli Dei. Infatti Vibo Marina, il suo quartiere marittimo, che accoglie importanti vestigia (soprattutto romane), è un’apprezzata località balneare, che ricade nel Parco Marino Regionale Fondali di Capo Cozzo (Zambrone) S. Irene (Briatico) − Vibo Marina − Pizzo − Capo Vaticano (Ricadi)Tropea(comprendente altresì il comune di Parghelia), caratterizzato da estese praterie di posidonia; alta biodiversità (scorfani, saraghi, occhiate, polpi, murene, pagelli, orate, mormore, cernie, anche di notevoli dimensioni; in primavera e autunno passaggio di tonni, ricciole, palamite, nonché di delfini e stenelle); reperti di archeologia subacquea. E nel Sito di Interesse Comunitario Zona costiera tra Briatico e Nicotera (che comprende i comuni di Vibo Valentia, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera), caratterizzato da scogli e falesie di notevole pregio ambientale.

Vibo Valentia offre un’ottima cucina, sia di mare (spaghetti al nero di seppia, spaghetti alla serrese, tonno alla calabrese e alla pizzitana, involtini di pesce spada, frittelle di bianchetti, alici marinate e arriganati) che di terra (pasta e fagioli, vermicelli ai funghi, fusilli ai porcini), che si esprime anche nei suoi famosi fileja e nelle infinite bontà a base di Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP. Una delle eccellenze vibonesi, insieme a funghi, kiwi, Liquirizia di Calabria DOP. Insieme alla lavorazione artigianale del vimine, della paglia, del ferro battuto

 

 

 

 

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