Trenta produce olive da olio e da tavola, fichi (pure essiccati), uva (anche vinificabile) e ricade nella zona di produzione del vino Donnici DOC, della patata della Sila IGP, del caciocavallo silano DOP. Qui si possono assaggiare dolci antichi (pitta ‘mpigliata, mastazzuoli, turdilli, susumelle… ), generalmente legati alle principali ricorrenze religiose. Squisite pietanze a base […]
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Trenta (Cosenza) è un pittoresco centro dell’alta Valle del Crati, posto alle pendici silane cosentine, tra le valli dei torrenti Cardone e Caricchio. Il paese, fondato (III-II sec. a.C.) dai Bruzi, con il nome di Triginta (“trenta” in latino) Casulae, sul territorio attualmente occupato anche da Casole Bruzio, si sviluppò con l’arrivo dei profughi scappati
Spezzano Piccolo (Cosenza) è un borgo della Presila cosentina, compreso tra le valli dei torrenti Caricchio e Cardone, nel Parco Nazionale della Sila. Il paese nacque quando gli abitanti di Cosenza si rifugiarono nell’hinterland cittadino per sfuggire alla seconda incursione dell’emiro Abulcasimo (986). Riunito (1928) con Spezzano Grande nel comune di Spezzano della Sila, diventò autonomo
A Spezzano Piccolo si possono assaggiare un ottimo pane e squisite pietanze a base di carni eccellenti locali (come quelle del maiale nero di Calabria e del bovino podolico calabrese), di patate della Sila IGP, funghi (fritti, arrostiti, trifolati, ripieni, al forno) dei più svariati tipi (rositi, ovuli, porcini, spugnole, mazze di tamburo, galletti) e,
A Serra Pedace il castagno, con il suo legno pregiato (trasformato in pregevoli manufatti dagli artigiani del luogo) e i suoi frutti squisiti, da assaggiare in mille modi (bolliti, arrostiti, essiccati, canditi, trasformati in frittelle e gelati, in pane e dolci vari), ha storicamente segnato l’economia cittadina, insieme alla produzione del carbone e dei formaggi
Serra Pedace (Cosenza) è un borgo della Presila cosentina, incluso nel Parco Nazionale della Sila, che comprende il monte Botte Donato (1928 m), la cima silana più alta, da cui partono due piste da sci alpino (2,2 km; 800 m, di solito innevata fino a aprile/maggio) e una di fondo (un tracciato che collega il
Casole Bruzio (Cosenza) è un caratteristico borgo della Presila cosentina. Fu fondato (III-II sec. a.C.) dai Bruzi, con il nome di Triginta Casulae, sul territorio attualmente occupato anche da Trenta. Si sviluppò dal 986 in avanti, con l’arrivo dei profughi cosentini scappati dalla Città dopo la seconda invasione dell’emiro Abulcasimo, come, del resto, tutti i
Casole Bruzio è terra di castagne (da gustare essiccate, arrostite, lessate, candite, trasformate in gelati e frittelle, pani e dolci vari) e zona produttiva del vino Donnici DOC, della patata della Sila IGP, dei Fichi di Cosenza DOP (da cui si ricavano il miele e le tradizionali crocette), del caciocavallo silano DOP, del prosciutto crudo della Sila.
A Pedace si cucina la cuccìa presilana, una pietanza dalla lunga preparazione, tipica della festa patronale della Madonna Addolorata, detta “La Pecorella” (4a domenica di settembre), a base di grano bollito e carne lessa di maiale e/o di capra, cotta al forno nel caratteristico tiniellu (terrina). Tra le ricette pedacesi, al di là delle varie
Pedace (Cosenza) è un splendido borgo della Presila cosentina, situato alle pendici del monte Stella (“timpune e Stilla”), affacciato sulla valle del fiume Cardone. Nel suo territorio sono presenti le sorgenti del Crati. Le vette di Timpone Tenna, Timpone Bruno e “U Petrune” (il pietrone), caratterizzato da grosse rocce e sormontato da una grande croce