Cassano allo Ionio (Cosenza) si estende ad anfiteatro su sette colli, al centro della Piana di Sibari.
La città fu il primo insediamento umano della Sibaritide, abitato già dal Neolitico, come confermano i ritrovamenti nelle spettacolari Grotte di Sant’Angelo (il sistema carsico più lungo della Calabria). Qui gli Enotri fondarono Cossa, che finì per diventare una delle 25 città controllate dalla vicina superpotenza magnogreca di Sibari (oggi frazione cassanese), eretta dagli Achei verso il 710 a.C.. Con la dominazione romana Cassanum diventò municipio. Nel 576 d.C. fu conquistata dai Longobardi. Nel 951 subì l’assedio del sultano Al Hassan e successivamente vari, altri attacchi saraceni. Nel 1054 fu occupata dai Normanni, poi dagli Svevi, dagli Angioini, dalle truppe napoleoniche, per confluire, infine, nel Regno d’Italia.
Cassano allo Ionio, nota come “Città delle Acque”, ospita imponenti fontane, quali la Fontana dei Cappuccini (datata fine ‘700, in stile arabo-normanno); la Fontana dell’Acqua Sulfurea (in stile arabo-normanno); la Fontana della Selciata o Paglialunga; la Fontana di Largo Plebiscito (a funtuone d’u palazze); la Fontana della Villa Comunale. La monumentale fontana della Casa Museo Palazzo Viafòra, dove, grazie a documenti e arredi originali, è possibile scoprire la vita borghese di fine ‘800. La Fontana dei Leoni, in piazza Sant’Eusebio (dedicata al Papa cassanese). Dove sorgono pure l’altissima Torre Campanaria (XII sec.). Il Museo Diocesano, con pregevoli opere risalenti anche al Quattrocento. La Biblioteca Diocesana, con migliaia di pubblicazioni, dal Mille in poi. La Basilica della Natività della Beata Vergine Maria del Lauro (di aspetto barocco, ma sorta verso il 1100), che custodisce un’amatissima immagine della Madonna del Lauro dipinta su pietra (XIV sec.); un Crocefisso ligneo di oltre quattro metri (XV sec.), Patrono della città; la statua dell’Addolorata protagonista della cosiddetta “Chiamata della Madonna”, una delle più toccanti cerimonie della ricca Settimana Santa cittadina.
Assolutamente da ammirare a Cassano il Parco Archeologico di Sibari, che racconta la grande storia di Sibari e il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Nonché il Santuario di Maria Santissima della Catena, forse realizzato (prima metà del XVII sec.) sulle rovine di un monastero basiliano (VIII-IX sec.), con la veneratissima immagine della Madonna titolare (forse IX sec.), dipinta su un masso. Le rovine del Castello normanno. La settecentesca Torre dell’Orologio, azionato ancora a mano e famoso per i suoi cintu ‘ntinni (cento rintocchi). I ruderi della Torre di Milone. Le dorate spiagge di Marina di Sibari, ricompresa nella magnifica Costa degli Achei. La Grotta della Vucc’Ucciardo (bocca bugiarda). I SIC “Casoni di Sibari” e “Riserva Naturale della Foce del fiume Crati“(in parte ricadente nel comune di Corigliano Calabro).
La cucina cassanese offre maccaruni cu’ firritt al sugo di capretto; lagane e ciciri; spaghetti mollicati; pasta ‘ncasciata (condita con ragù, salumi, uova sode, caciocavallo, melanzane fritte); cancariddri fritt cu’ gove e zazizz (peperoni fritti con uova e salsiccia); coniglio alla cacciatora; baccalà o stoccafisso con patate; paten mpacchiuse. Pitta n’chiusa e cannistredde (sospiri). A Cassano si possono, inoltre, assaggiare l’olio extra vergine di oliva Bruzio DOP, ricavato dalla Grossa di Cassano. Il vino Pollino DOP. Formaggi (Caciocavallo Silano DOP, provola, burrino, mozzarella, ricotta infornata e affumicata, ricottone salato, formaggio di capra, pecorino con il pepe, giuncata di vacca, paddaccio). Specialità quali la sardiceddra, i crucette. I prodotti della lavorazione tradizionale del maiale (come frittuli e gelatina). Il riso, il kiwi, la limetta (lime), la Clementina di Calabria IGP (con relativo miele) della Piana di Sibari. Liquori alle erbe selvatiche, ai semi di finocchietto, all’anice, alla Liquirizia di Calabria DOP.