Sibari (Cosenza) è un’importante destinazione culturale e balneare della Costa degli Achei.
L’antica Sibari, fondata (710.a.C ca.) da un gruppo di Greci achei in fuga dalla madrepatria, fu una superpotenza della Magna Grecia, che creò a sua volta delle sub-colonie, come Poseidonia, (l’odierna Paestum), Laos (S. Maria del Cedro) e Skidros (Buonvicino) e che estese talmente il suo dominio da diventare di fatto un impero. La polis (che battè moneta dalla prima metà del VI secolo a.C.) raggiunse il suo apice intorno al 530 a.C., quando alleandosi con Crotone riuscì ad annettere i fertili territori dell’opulenta Siris (Nova Siri), ma l’eccessivo benessere finì per fiaccarne gli abitanti. Infatti nella battaglia sul fiume Traente (Trionto), contro l’eterna amica/rivale (510 a.C.), la polis sibarita fu sconfitta dai Crotoniati (guidati dal mitico atleta Milone), che la distrussero. La città venne poi rifondata, intorno al 444 a.C., grazie al decisivo intervento di Pericle, con il nome di Thurii. Nel 389 a.C. Thurii fu semidistrutta dai Lucani e, sentendosi minacciata anche dai Bruzi, chiese aiuto a Roma, che la innalzò a colonia, con il nome di Copia (“abbondanza”). Copia rimase attiva fino al VI d.C., quando l’impaludamento e la malaria ne provocarono l’abbandono. E Sibari rinacque solo negli anni Sessanta, dopo le bonifiche dell’omonima Piana, come frazione del comune di Cassano allo Ionio.
Il Parco Archeologico di Sibari, dedicato alla grande storia sibarita, per ora ha rilasciato soprattutto rovine romane e un quartiere artigiano della Sybaris arcaica. Mentre il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide (che copre un arco temporale posto tra l’Età del Bronzo e la tarda età romana) conserva tesori quali il cosiddetto Toro Cozzante (V sec. d.C.), ritenuto, insieme ai Bronzi di Riace, una delle principali scoperte per la bronzistica magnogreca. La Coppa Fenicia (VIII sec. a.C.), in bronzo sbalzato. La Tabella bronzea di Kleombrotos. Una ricca collezione di pregevolissime ceramiche magnogreche. Parte di un’armatura bronzea (VI sec. a.C.). Una borsa di ferri medici (I sec. d.C.), di cui alcuni ancora funzionanti. Due vasche da bagno fittili.
Sibari, ricercata pure per le splendide spiagge di Marina di Sibari, è famosa per il riso (nelle varietà gange, carnaroli, thaibonnet, karnak), sin dall’antichità. Per il kiwi, la limetta, l’albicocca rossa, le Clementine di Calabria IP, con relativo miele. Tra i prodotti tipici locali si segnalano anche la Liquirizia di Calabria DOP, l’olio extra vergine di oliva Bruzio DOP, il vino Pollino DOP, i tartufi. Formaggi (provola, mozzarella, ricotta infornata e affumicata, ricottone salato, formaggio di capra, pecorino con il pepe, giuncata di vacca). Specialità quali la sardiceddra, i fichi secchi ripieni. I prodotti suini della tradizione (come frittuli e gelatina). Le ceramiche artistiche. Mentre a tavola regnano maccaruni cu’ firritt al sugo di capretto; lagane e ciciri; spaghetti mollicati; pasta ‘ncasciata (condita con ragù, salumi, uova sode, caciocavallo, melanzane fritte e stufata al forno); cancariddri fritt cu’ gove e zazizz (peperoni fritti con uova e salsiccia); coniglio alla cacciatora; baccalà o stoccafisso con patate; pitta n’chiusa; paten mpacchiuse.