PRAIA A MARE. Slavoni o Schiavoni?

Praia a Mare sorge su un territorio abitato da epoche remotissime. In particolare nelle grotte del monte Vingiolo (comprese quelle del Santuario della Madonna della Grotta) sono state scoperte le tracce di comunità numerose e organizzate, insediatevisi, a ondate successive, dal Paleolitico Superiore (35.000-10.000 anni fa) fino all’età romana. Qui, dal 1957, gli scavi hanno, infatti, portato alla luce utensili di selce, calcare e ossidiana, ceramiche indigene, vasellame e manufatti di provenienza egea, attualmente conservati nell’Antiquarium del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea praiese e nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Praia è nata da un villaggio di pescatori e contadini, nell’attuale quartiere Fumarulo, ai piedi del Santuario della Madonna della Grotta, divenuto un importante punto di riferimento sociale e religioso. Che originariamente ospitò i monaci basiliani e il loro Monastero di S. Elia, parte del glorioso Mercurion (l’area del Pollino culla del monachesimo greco-ortodosso, di cui Orsomarso fu il cuore). Così come l’Isola di Dino, che ha ospitato, negli anni, un monastero basiliano (tra il IX ed il X secolo, il monastero e la chiesa di San Nicola De Signa o De Dina, donati nel 1065 ai monaci di Santa Maria d’Acquaformosa), una chiesa (la chiesa di Santa Maria, sorta tra il V e il X secolo, sulle rovine di un tempio pagano), forse un eremita (Sant’Isernio, nel V sec.). Oltre a… i vascelli saraceni, durante le loro spedizioni (IX, XV e XVI sec.). L’eccidio della popolazione locale che vi si era trincerata per sfuggire al corsaro Amurat Rais (XVII sec.). Una tonnara (XVIII sec.). La base delle operazioni navali anglo-borboniche contro la penetrazione dei napoleonici in Calabria (1806). Il tragico naufragio del piroscafo inglese “Umballa”, affondato da un sommergibile tedesco nella notte del 26 dicembre 1917. Nonché un approdo naturale molto conosciuto, come testimonia Lorenzo Giustiniani, biografo del Regno di Napoli, che nel suo “Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli” (1797) scrive: «…isola Dino, con un porto capace di potervi comodamente stare da circa 20 bastimenti da carico. Ella è molto amena e nelle scogliere, che sonovi nel suo giro, vi si trovano degli eccellenti frutti di mare, come patelle, dattili, ecc. ».

Praia fu per secoli la frazione marina del vicino comune montano di Aieta e raggiunse l’autonomia amministrativa solo nel 1928, quando accorpò lo stesso municipio aietano e il vicino comune di Tortora (divenuti nuovamente autonomi nel 1937). Il suo nome deriverebbe da Plaga (dal greco antico πλαγιά, plagia, cioè spiaggia) Sclavorum (Spiaggia degli Schiavoni), in ricordo dei traffici di merci e uomini che nell’antichità fiorivano sulla costa, oppure da Plaga Slavorum (Spiaggia degli Slavoni), per la presenza di una colonia di Slavi in zona. 

 

 

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