Lamezia Terme è erede della città magnogreca di Terina, localizzata nella frazione di Sant’Eufemia Vetere, soprattutto grazie alle congetture dell’archeologo francese François Lenormant e del collega roveretano Paolo Orsi, dopo che per secoli era stata collocata a Nocera Terinese, sul Piano detto di Tirena. Dove sono state rinvenute tracce di un insediamento di capanne in legno e argilla (550-500 a.C.), di un vero e proprio abitato (circa 350 a.C.) e, nei pressi (in località Portavecchia), di un centinaio di tombe di età greca (IV o V sec. a.C.). In effetti Piano di Tirena è lambito da due fiumi (Savuto e Grande), proprio come Terina, mentre Lamezia Terme è attraversata, marginalmente, solo dall’Amato (l’antico Lametos, che le dà il nome). Inoltre la colonia magnogreca di Temesa, localizzata a Campora San Giovanni (fraz. di Amantea), che secondo Strabone era contigua a Terina, è più vicina a Nocera Terinese che a Lamezia.
A legittimare l’ubicazione di Terina a Sant’Eufemia Vetere sono stati i ritrovamenti nell’Area Archeologica lametina e, in particolare, il cosiddetto Tesoro di S. Eufemia (fine IV sec. a.C.), rinvenuto fortuitamente nel 1865 e venduto al British Museum di Londra (una collezione di gioielli e monete databile tra il 330 e il 300 a.C. che forse rappresenta il più grande e importante ritrovamento di oreficeria magnogreca). Una tabella testamentaria recuperata (1914) dall’Orsi. Una tavoletta bronzea inscritta della prima metà del V sec. a.C.
Terina fu fondata, tra il VI e il V secolo a.C., da Crotone, una delle più potenti poleis della Magna Grecia, che volle, così, espandersi sul Tirreno e garantirsi il completo controllo dell‘Istmo di Marcellinara (i 30 km di terra che separano il Mar Ionio dal Tirreno), già assicurato, sulla costa ionica, da un’altra sua subcolonia, Skylletion (Roccelletta di Borgia, fraz. di Borgia). La subcolonia crotonese lametina cadde (tra il V e il IV sec. a.C.) sotto il dominio dei Siracusani, come molte città magnogreche calabresi. Con il tempo diventò un centro commerciale, come testimoniano oggi le sue rovine (databili tra il IV e III sec. a.C.), che mostrano strade larghe più di sei metri, ambienti domestici coperti e scoperti, di cui alcuni adibiti a attività artigianali. Terina fu poi conquistata dai Bruzi (356 a.C.), dai Romani (272 a.C.) e distrutta da Annibale (203 a.C.), per impedire che cadesse nelle mani dei Romani, vincitori della seconda guerra punica.