Pedace (Cosenza) è un splendido borgo della Presila cosentina, situato alle pendici del monte Stella (“timpune e Stilla”), affacciato sulla valle del fiume Cardone. Nel suo territorio sono presenti le sorgenti del Crati. Le vette di Timpone Tenna, Timpone Bruno e “U Petrune” (il pietrone), caratterizzato da grosse rocce e sormontato da una grande croce di metallo. Foreste di cerri e querce, ma soprattutto maestosi castagneti.
L’origine di Pedace risalirebbe a una grangia di monaci basiliani, sui cui territori si insediarono (dal 986 in poi) alcuni abitanti di Cosenza scappati dalla seconda invasione dell’emiro Abulcasimo. Nel decennio francese il paese fu teatro di sanguinosi scontri tra le truppe napoleoniche e la popolazione filoborbonica, che con la sua durissima resistenza alimentò il fenomeno del brigantaggio (tant’è che il famigerato brigante Giacomo Pisano è nato proprio qui). Scontri culminati nel Sacco di Pedace (3 maggio 1806), quando 200 realisti pedacesi si ribellarono allo strapotere della famiglia Leonetti, scatenando la spietata repressione dei Francesi. Nel 1826 Serra Pedace divenne una sua frazione; nel 1839 fu, invece, Pedace a diventarne frazione, finché non recuperò l’autonomia (1844). Nel 2017 Pedace e Serra Pedace (insieme a Casole Bruzio, Spezzano Piccolo e Trenta) sono confluiti nel nuovo comune di Casali del Manco.
Le chiese pedacesi conservano opere di artisti ancora da scoprire completamente, come la Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo (XVI sec.; affreschi e dipinti di Cristoforo Santanna; splendide realizzazioni di maestri locali), S. Maria di Monte Oliveto (1563; una tela di Ippolito Borghese del 1612), la Chiesa del Convento di S. Francesco di Paola (1617; un quadro attribuito da alcuni al Santanna), la Chiesetta di S. Sebastiano (XVIII sec.; una settecentesca pala d’altare di scuola napoletana, ascritta da taluni a Francesco Basile).
A Pedace si cucinano la cuccìa presilana, specialità “alla silana” (rigatoni, fusilli, tiella, braciole e braciolone, capretto…), piatti a base di maiale nero di Calabria e bovino podolico calabrese, di patate della Sila IGP, di funghi (trifolati, fritti, arrostiti, ripieni, al forno) delle varie specie (rositi, ovuli, porcini, spugnole, mazze di tamburo, galletti) e, addirittura, di tartufi. Pedace produce funghi conservati (secchi, sottolio e in salamoia, trasformati in salse e paté), castagne (gustabili lessate, arrostite, essiccate, candite, trasformate in frittelle e gelati, in pane e dolci vari) e ricade nella zona di produzione dei Fichi di Cosenza DOP (con relativi miele e crocette), del Donnici DOC, del caciocavallo silano DOP.