TORTORA

Tortora (Cosenza) si estende con la sua rinomata Marina lungo la Riviera dei Cedri e con il suo antico borgo nel Parco Nazionale del Pollino, ai confini con la Basilicata.

Il paese ha origini paleolitiche, come testimoniano i numerosi giacimenti preistorici rinvenuti sul territorio. Mentre gli scavi archeologici (1990-2005) di Gioacchino Francesco La Torre sul colle Palècastro, che hanno portato alla luce un mausoleo a tumulo romano (I sec. a.C.) e i resti di un insediamento romano (I sec. a.C.- V sec. d.C.), hanno definitivamente individuato in questa zona il sito dell’antica città di Blanda (collocata dagli studiosi anche a Belvedere Marittimo e in varie altre città lucane e campane). L’insediamento del Palècastro nasce nella metà del VI secolo a.C., grazie agli Enotri, ma dopo un secolo viene distrutto, forse da un terremoto. Nel IV secolo a.C. i Lucani lo ricostruiscono, battezzandolo con il nome di Blanda, fortificandolo con una cinta muraria (in parte ancora visibile). Nel 214 a.C. Blanda (come racconta Tito Livio) viene invasa dal console romano Quinto Fabio Massimo, per essersi schierata con Annibale nella seconda guerra punica (218-201). Nel I secolo a.C., diventa municipio romano, con il nome di Blanda Julia, in onore di Giulio Cesare. Tra l’VIII e il X secolo, accoglie decine di monaci basiliani, che vi edificano cappelle e laure eremitiche. Ma intorno al X, stremati dalle continue scorrerie saracene, i blandani abbandonano definitivamente l’abitato del Palècastro e fondano, su uno sperone roccioso, attorno a una roccaforte longobarda chiamata Castello delle Tortore, il piccolo borgo di Julitta. Che evolverà nell’abitato normanno di Tortora.

Tortora offre ai visitatori un pittoresco centro storico. La Chiesa delle Anime del Purgatorio (XII sec.), con un misterioso portale litico a figure zoomorfe, ispirate allo zodiaco. La Chiesa di San Pietro Apostolo (XIII sec.), con importanti opere del XVII e XVIII secolo. La Chiesa della SS. Annunziata (XVI sec.), con i ruderi claustrali del vecchio monastero francescano. Il Parco Archeologico di Blanda. Il Museo Archeologico di Blanda, ospitato dal cinquecentesco Palazzo Casapenna, affiancato da un’imponente torre a bastione, che è la ristrutturazione del Castello delle Tortore.

Tortora Marina (o Lido di Tortora) è una confortevole località balneare, che ha conquistato la Bandiera Blu grazie a un bel lungomare, a un mare cristallino e cangiante, a spiagge ben attrezzate, a fondali ricchi di pesci e vegetazione, ideali per la pesca, il diving, lo snorkeling. L’antico borgo di Tortora sorge, invece, tra alte montagne, incoronate da boschi di acero e castagno, disseminate di grotte, di specie faunistiche e floristiche anche rare, di piante aromatiche e officinali, di frutti spontanei di bosco e di macchia. Un paradiso per trekkingers e mountain bikers.

Tortora vanta eccellenze gastronomiche come la famosa Zafarana (Peperone Corno di Capra) tortorese, utilizzata come condimento (zafarana pisàta, polverizzata), vivanda (zafarani fritti, arrustuti e riddi, ovvero seccati e passati in padella) e dolce (crostata di zafarana). Il fagiolo Poverello Bianco, il fagiolo Quarantino di Tortora, il fagiolo Capomacchia, il fagiolo Marrozzo (o fagiolo di Laino). I prelibati fichi di Cosenza DOP, con relativo miele. Il miele di Erica multiflora. Castagne e fichi secchi. Tra i piatti tipici locali troviamo ravioli alla ricotta, gnocchi, fusilli al sugo di capra o alla calabrese, lagane con fagioli o ceci, pasta e vajani, le prelibate polpette di Carnevale tortoresi, patani sfritti e zafarana pisata, gliommarieddi (involtini di interiora di agnello o capretto stufati con pomodoro), vuccularu cu li favi, frascatula, pongia. Chinole, cannaricoli, pucciddati, crespelle al miele, sanguinaccio al riso di Tortora.

 

 

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