RIVIERA DEI CEDRI

La Riviera dei Cedri (80 km) si estende lungo l’Alto Tirreno Cosentino, da Tortora a Paola e deve il nome alla fiorente coltivazione di questo profumatissimo agrume. Il territorio, che in parte ricade nel Parco Nazionale del Pollino, comprende note località balneari (Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Grisolia, Diamante, Belvedere Marittimo, Sangineto, Bonifati, Cetraro, Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo, Paola), alcune Bandiera Blu (Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Santa Maria del Cedro, Diamante) e antichi borghi montani (Aieta, Santa Domenica Talao, Papasidero, Orsomarso, Verbicaro, Maierà, Buonvicino).

La Riviera, abitata fin dalla preistoria, ha poi conosciuto la colonizzazione dei Greci, l’urbanizzazione dei Romani (che ne sfruttarono gli approdi naturali per commerciare olio, legname, il vino di Verbicaro). Nell’Alto Medioevo le continue invasioni saracene e il progressivo impaludamento della costa spinsero i suoi insediamenti marittimi verso l’entroterra. Nel ‘500 le incessanti scorrerie piratesche portarono Pietro di Toledo viceré di Napoli a realizzarvi una quindicina di torri di avvistamento, l’una in vista dell’altra, nell’ambito di un poderoso sistema di protezione costiera. Intanto nella fertile pianura rivierasca prosperarono redditizie colture specializzate. Come la canna da zucchero, importata dagli Arabi nell’XI secolo, che sul finire del Cinquecento veniva coltivata a Sangineto, Cirella, Aieta, Belvedere Marittimo, Diamante, Scalea, Tortora. La bachisericoltura, introdotta sempre dagli Arabi, che dal ‘500 in poi ebbe un’ampia diffusione in Calabria, tanto che un quarto della seta consumata nel Regno era prodotta nella Regione. La cedricoltura, forse impiantata dagli Ebrei nel Medioevo, che tuttora porta i rabbini di tutto il mondo in Riviera a comprare il pregiato Liscio di Diamante per la Festa delle Capanne (Sukkot).

La bellezza della Riviera dei Cedri è tutelata da alcune aree naturali protette, come i Siti di Interesse Comunitario “Scogliera dei Rizzi” (Cetraro) e “Fondali di Capo Tirone” (Belvedere Marittimo); le Riserve Naturali Orientate “Valle del Fiume Lao” (Papasidero) e “Valle del Fiume Argentino” (Orsomarso); il Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri, che comprende l’Isola di Dino (Praia a Mare) e l’Isola di Cirella (Diamante), le uniche isole della Regione, e lo Scoglio della Regina (Acquappesa). La Costa vanta, inoltre, un notevole patrimonio monumentale, come testimoniano la Grotta del Romito (Papasidero), uno dei principali siti archeologici europei del Paleolitico superiore, Patrimonio UNESCO, dominato dal graffito del Bos Primigenius (10.800 a.C.). Il Parco Archeologico di Laos (Santa Maria del Cedro). Il Parco Archeologico di Blanda (Tortora). Le rovine di Cirella Vecchia (Diamante). Il Santuario di San Francesco di Paola. Il Convento di San Daniele a Belvedere Marittimo. Il Santuario della Madonna della Grotta a Praia a Mare. Il rinascimentale centro storico di Aieta. La valle del Mercurion, culla del monachesimo basiliano, di cui Orsomarso fu il cuore. E può essere considerata a tutti gli effetti la Riviera dell’Amore, vista la grande di romantici siti dedicati (il Vico dei Baci a Aieta; la Grotta dei Baci a Scalea; La Via dell’Amore a Belvedere Marittimo, che conserva pure le reliquie di San Valentino…) e di cibi afrodisiaci, a base di tartufo, peperoncino, frutti di mare…

La Riviera dei Cedri è famosa per il cedro e le sue infinite bontà (tra cui i rinomati panicelli); il peperoncino (e tutte le sue declinazioni), celebrato da un Festival internazionale a Diamante; la zafarana (Peperone Corno di Capra) di Tortora. Tra le eccellenze rivierasche dobbiamo anche ricordare il fagiolo Poverello Bianco, il fagiolo Quarantino di Tortora, il fagiolo Capomacchia, il fagiolo Marrozzo (o fagiolo di Laino), il fagiolo a Falce (o fagiolo Corno di Capra). Le Clementine di Calabria IGP (con relativo miele). I fichi di Cosenza DOP, con relativo miele, e il miele di erica multiflora. Il vino di Verbicaro (Bianco DOC, Rosato IGT, Rosso DOC). Conserve (rosamarina; sarde salate; alici salate, pepate, marinate; melanzane e peperoni sott’olio; pomodori secchi sott’olio; pomodori secchi ripieni sott’olio; olive schiacciate e in salamoia), salumi (pancetta, salsiccia, capocollo, soppressata, guanciale, prosciutto crudo) e prodotti della macellazione tradizionale del maiale (ciccioli, gelatina, braciole, braciole di cotica), formaggi (mozzarella, caciocavallo, provola, ricotta fresca, infornata e affumicata, burrino, pecorino). Noci, nocciole, castagne, fichi secchi e relativi derivati (come le crocette). Funghi e tartufi del Pollino. Ricami e merletti artigianali. Creazioni in vimini e legno. Lavorazioni artistiche in ceramica e terracotta. Tra i piatti tipici locali troviamo lasagne alla calabrese; ravioli alla ricotta; fusilli alla calabrese, al sugo di capra o di polpettelagane e ceci o fagioli; pasta ammollicata. Alici scattiateimpanateripiene, in tortiera, tortino, polpette; frittelle di bianchetti. Capretto al forno, salsiccia o baccalà con peperoni secchi. Frittelle di fiori di zucchine; polpette di melanzane.

 

 

 

 

 

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