CORIGLIANO CALABRO

Corigliano Calabro (Cosenza) sorge in collina, ai piedi della Sila Greca e si allunga fino alla Costa degli Achei, sul Mar Ionio. Dal 31 marzo 2018 è frazione del comune di Corigliano-Rossano.

La città ha origini preistoriche, come dimostrano i siti archeologici in località Favella della Corte (uno degli insediamenti neolitici più antichi d’Europa), Rosa Russa, Cozzo Michelicchio e Serra Castello. La fondazione della vicina Sibari (710 a.C.), grande potenza della Magna Grecia, popolò inevitabilmente il territorio, ma il borgo coriglianese vero e proprio nacque solo nella seconda metà del X secolo, quando le continue scorrerie saracene costrinsero gli abitanti del litorale a rifugiarsi sulle colline. Poi la dominazione normanna ne consolidò la struttura urbana, mentre quella sveva lo arricchì, creando aziende agricole, artigiane, commerciali, attraendo con leggi benevole gli intraprendenti Ebrei. Che per secoli abitarono la cosiddetta Giudecca (situata sotto la Chiesa di S. Maria Maggiore), monopolizzando la manifattura cittadina ed eccellendo nella produzione di sontuose e ricercatissime lettighe, fino all’espulsione degli Ebrei dall’Italia Meridionale (1510), voluta da Ferdinando il Cattolico. Corigliano accolse pure una delle numerose comunità albanesi emigrate in Italia tra il XV ed il XVIII secolo, tant’è che la frazione di Cantinella mantiene tuttora vivi la lingua arbëreshë e il rito greco-bizantino, praticato nella parrocchia di San Mauro. La città, che una volta infeudata dagli Angioni passò in mano a vari signori, è famosa per aver dato i natali (1345) al re di Napoli Carlo III d’Angiò Durazzo, figlio di Margherita Sanseverino. E per aver resistito agli assedi del terribile corsaro turco Khair ad-dīn (1538) e delle truppe della prima Repubblica Napoletana (1647-1648).

Il pittoresco centro storico coriglianese è dominato dall’imponente Castello Ducale. Eretto (1073) da Roberto il Guiscardo come roccaforte normanna contro gli attacchi della vicina, bizantina, Rossano. Trasformato (XIV sec.) in residenza nobiliare dai Sanseverino. Ricostruito (1487-1495) e ammodernato (per fronteggiare le nuove tecniche d’assalto nemiche) da re Ferrante (insieme ai manieri di Castrovillari, Belvedere Marittimo e Pizzo). E oggi visitabile, in tutto il suo splendore. Assolutamente da vedere anche la barocca chiesa matrice di Santa Maria Maggiore (X sec.). La Chiesa (XVI sec.) e il convento (XV sec.) di San Francesco di Paola, Patrono della città, che, secondo la tradizione, realizzò il monastero e che, per rifornirlo d’acqua, fece fare il Ponte Canale (un imponente acquedotto cittadino di tipo romano). La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (XIV sec.), con la preziosissima doppia icona (XV sec.) della Vergine Odigitria (in greco antico “colei che indica la strada”), di fattura candiota, che presenta sul recto l’immagine della Madonna con il Bambino e sul verso Gesù crocifisso con San Giovanni e Maria. La Chiesa di Sant’Antonio (XV sec.). La Chiesa della Madonna del Carmine (1493). La Chiesa della Riforma (1686). La Chiesa di Santa Chiara (1757-1762). La Chiesa di Sant’Anna (1582). Il Santuario Maria SS. di Schiavonea (1665), eretto in seguito a un’apparizione miracolosa, dove si venera l’immagine di una Madonna Nera (1650), ammantata di argento sbalzato, commissionata (secondo la tradizione) a una sentinella a cavallo di nome Antonio Ruffo dalla Madonna stessa, che gli apparve più volte. Da visitare, inoltre, la Porta Brandi, unica sopravvissuta della cinta muraria medievale cittadina. La Torre del Cupo (fraz. Schiavonea) e la Torre del Ferro (fraz. Thurio), costruite (XVI sec.) durante la dominazione spagnola contro le invasioni costiere.

Corigliano offre ai visitatori tutto il fascino della Sila Greca. Le bellezze della Costa degli Achei. Le meraviglie della Riserva Naturale della Foce del fiume Crati (che ricade anche nel territorio di Cassano allo Ionio). La splendida Schiavonea, rinomata frazione marina coriglianese. Un antico e caratteristico borgo marinaro, dotato di 10 km di spiagge ampie e sabbiose, di un lunghissimo lungomare, di una vivace movida diurna e notturna.

Corigliano Calabro è zona di elezione per la produzione dell’olio extravergine di oliva Bruzio DOP, della famosa Liquirizia di Calabria DOP (tra le migliori al mondo), delle Clementine di Calabria IGP, dei fichi di Cosenza DOP ed è rinomata per sarde e alici salate, sardella, giuncata di vacca, funghi. E per l’arte della ceramica. Tra i piatti tipici locali ricordiamo maccarruni (fusilli a ferretti) con ragù di maiale o castrato, lagane (tagliatelle) e cecipasta al forno, spaghetti al nero di seppia. Baccalà alla coriglianese, alici arriganate, sarde e patate arriganate, vrascioli (involtini), peperoni ripieni, tortino di melanzane, zuppa di finocchietto selvatico con uova, ngilli ‘i finestra (“anguille di finestra”, ovvero strisce di ‘sottocorteccia’ di melone gialletto essiccate). frittelle di fiori di sambuco, focaccia ai fiori di sambuco, E per chiudere in dolcezza, gurpinelli, giurgiulena, crustoli, pisaturi e ri culluri, sanguinaccio.

 

 

 

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