AIETA, piccola capitale del Rinascimento

Lo splendido centro storico di Aieta (battezzato “la piccola capitale calabrese del Rinascimento” e inserito nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia) vanta una collezione di artistici portali litici del ‘700 e ‘800, opera di maestri scalpellini locali, nonché uno dei vicoli più stretti d’Italia (52 cm), Vico dei Baci.

Su tutto troneggia l’imponente Palazzo Martirano-Spinelli (XVI sec.), sede comunale e raro esempio di architettura rinascimentale civile calabrese, dichiarato Monumento Nazionale. La costruzione, articolata in seminterrato (cantine, prigione, cisterne dell’acqua), pianterreno (sale di ricevimento, cappella, cucine, dispense) e primo piano (camere da letto), provvista di colombaia per l’allevamento dei piccioni viaggiatori, è arricchita da un grazioso loggiato in pietra locale grigia scolpita. E ospita un Museo Virtuale, che proietta il visitatore nell’affascinante passato del borgo.

Sulla principale piazza aietana svetta, invece, la Chiesa di Santa Maria della Visitazione (XVI sec), realizzata su impianto normanno, che conserva un grande olio su tavola della Visitazione di Fabrizio Santafede (1576), una Madonna del Carmine di Dirk Hendricksz, un organo dipinto firmato Bossi (1673), una splendida croce d’argento con fusto a tralcio di vite (XVI sec.),un crocifisso ligneo di artigianato meridionale, un’icona della Madre di Consolazione proveniente dalla Cappella basiliana di San Nicola (X-XI sec.), di cui sono ancora visibili le rovine.

Tra le varie antichissime chiesette disseminate sul territorio, come la Cappella di S. Biagio (XI sec.) e la Cappella di S. Lucia, Maria SS. delle Grazie (XI sec.), occorre anche ricordare la Cappella di San Vito Martire (XVII sec.), che accoglie la settecentesca statua lignea del Santo patrono cittadino.

Assolutamente da visitare i resti del Convento di S. Francesco d’Assisi (1520), alle porte del paese. I ruderi di Ajeta Vetera sul Monte Calimaro. La Valle dei Mulini sul torrente Tronaturo, affascinante sito di archeologia industriale, con resti di macinatoi risalenti, addirittura, al medioevo.

 

 

 

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