LE OLIVE CALABRESI

La Calabria, che con i suoi 173.582 ettari coltivati a olivo è la seconda regione olivicola italiana dopo la Puglia, attualmente può contare su 42 cultivar censite e una produzione di qualità e quantità (ben 876.085 i quintali di olive raccolti nel triennio 2018/21). Un autentico tesoro, che arricchisce il già imponente patrimonio agricolo della Calabria, la regione italiana più biodiversa, la seconda per superfici investite nel biologico, che vanta 269 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo.

L’olivicoltura calabrese è nata alla fine del secondo millennio a.C., ma si è sviluppata in età magno greca, ed è proprio a questa epoca che risalgono molti degli ulivi monumentali sparsi sul territorio, soprattutto nel cosentino (Sangineto…), nel vibonese (Dasà…), nella Piana di Gioia Tauro.

Le principali varietà di olivo calabresi sono la Carolea (diffusa in tutta la regione, ma coltivata soprattutto nelle province di Catanzaro e Cosenza), quella Borgese, Cassanese, Ciciarello, Ciucciara, Corniola di Villapiana, Dolce di Rossano, Giarraffa, Grossa di Gerace, Imperiale, Nostrana di Canna, Pennulara, Perciasacchi, Ottobratica, Roggianella, Sinopolese, Tonda di Strongoli, Varasana, Zinzifarica. E poi c’è l’antica e rara Leucolea

In Calabria la raccolta delle olive (spesso fatta ancora alla vecchia maniera, per selezionare i frutti migliori) si svolge da settembre a dicembre, in base al clima e alla localizzazione del terreno. Gli ulivi di Calabria producono un olio eccezionale (esaltato da 3 DOP e 1 IGP), il legno che alimenta raffinatissime lavorazioni artigianali, favolose olive conservate in mille modi (schiacciate, infornate, intaccate, sotto sale, in salamoia…)… 

Ci racconta tutto Ornella Scofano:

Ricette per conservare le olive

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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