Reggio Calabria è celebre nel mondo per i Bronzi di Riace. Le favolose statue di due fieri guerrieri, alte quasi 2 metri (1,98 e 1,97 m.), ritrovate (in eccezionale stato di conservazione) nel 1972 (dal fotografo romano Stefano Mariottini), a 200 m. dalla costa di Riace Marina ( e a 8 m. di profondità), divenute per la loro bellezza simbolo dell’arte classica, oltre che della città di Reggio e dell’intera Calabria.
Le statue, note come A (il Giovane) e B (il Vecchio), forgiate, con grandissima maestria, in un bronzo costosissimo, salvo alcuni particolari in argento (denti della Statua A), rame (labbra, ciglia, capezzoli), calcite bianca (occhi), pasta di vetro (iridi), pietra rosa (caruncole lacrimali), originariamente armati di lancia e scudo (elementi smontati al momento dell’imbarco, per facilitarne il trasporto), sono certamente opere originali, coeve, della metà del V secolo a.C. (tranne il braccio destro e l’avambraccio sinistro della statua B, sostituiti nel tempo, con fedelissime copie, causa danneggiamento), destinate a stare insieme (e forse a appartenere a un gruppo statuario), nell’importante polis peloponnesiaca di Argo (come dimostra l’analisi delle terre di fusione rimastevi dentro) e realizzate nella stessa bottega, magari proprio in quella di Pitagora di Reggio (incluso da Plinio tra gli scultori eccelsi, insieme a Fidia, Mirone, Policleto), dove suo nipote Sostrato ne proseguì l’opera. I Bronzi (che, presentando dei tenoni di piombo alla base dei piedi, erano evidentemente già stati esposti al pubblico) rimasero vittime di un naufragio o vennero gettati in mare per alleggerire la nave che li trasportava durante una tempesta; tuttavia sul luogo di partenza e arrivo di questi capolavori, nonché sul motivo del loro viaggio e affondamento, al momento non vi è certezza.
I Bronzi di Riace si possono ammirare nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, una delle istituzioni archeologiche più prestigiose d’Italia, che accoglie tanti preziosi reperti calabresi. Come la misteriosa Testa di Filosofo (V sec. a.C.), rinvenuta davanti alla spiaggia di Porticello, a Villa San Giovanni e la famosa testa marmorea di Apollo, nota come “Acrolito di Apollo” (V sec. a.C.), proveniente dal sito archeologico di Punta Alice, a Cirò Marina. Il Kouros o Efebo (VI sec. a.C.), raffinata scultura marmorea forse sepolcrale. Il gruppo marmoreo dei Dioscuri e una ricca collezione di Pinakes (ex voto in terracotta) provenienti dalla magnogreca Locri Epizefiri.