CATANZARO e Sant’Omobono

Nel pittoresco centro storico di Catanzaro, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e dei Santi Pietro e Paolo, costruita dai normanni e ricostruita nel dopoguerra, custodisce, tra l’altro, un interessante gruppo marmoreo della Madonna col Bambino (1595); il ricco Tesoro del Capitolo, con oggetti sacri di valore (XVIII sec.); il prezioso busto reliquiario di San Vitaliano (XVI sec.), Patrono della città, attorno al quale sono fiorite varie leggende. Ugualmente affascinante è la storia della medievale Chiesa di Sant’Omobono (XII sec.), la più antica della città, onorata da una reliquia del Santo, trasformata in deposito per munizioni dal Regno di Napoli, riconsacrata solo di recente, che tradizione vuole edificata su un Tempio del Sole e collegata alla terribile Setta del Curatolo. L’interno della Chiesa del Rosario (XVI sec.), dalla pregevole facciata neoclassica, è riccamente decorato con stucchi del ‘700 e ‘800. L’alta cupola della Basilica dell’Immacolata, dalla bella facciata barocca, è affrescata (XIX sec.) dalla scuola del pittore patriota calabrese Andrea Cefaly. La quattrocentesca Chiesa dell’Osservanza conserva una marmorea statua della Madonna delle Grazie di Antonello Gagini (1504), un seicentesco gruppo ligneo della Madonna della Salute e il Mistero della Passione, ovvero una suggestiva scultura del Crocifisso schiodato (XVI sec.). Sui resti del castello normanno (di cui resta parte delle mura medievali e cinquecentesche), eretto da Roberto il Guiscardo, sorge la famosa Fontana del Cavatore, simbolo della città e il complesso monumentale di San Giovanni (Monumento Nazionale), costituito dal Convento dei Teresiani (1663), l’Ospizio della Congrega dei Bianchi di Santa Croce e l’omonima Chiesa (1532), illuminata da finestre raffiguranti la croce gerosolimitana dei Cavalieri di Malta, impreziosita da dipinti databili tra il XVII e il XVIII secolo, tra cui un San Giovanni Battista e un San Giovanni Evangelista attribuiti alla scuola dei Carracci.

Assolutamente da visitare il Museo Provinciale (il più antico museo calabrese), che conserva un’importante collezione numismatica, composta da 74 medaglie, 7405 monete (magnogreche, bruzie, romane, bizantine, normanno-sveve, moderne) e circa mille reperti archeologici, relativi all’epoca preistorica (utensili dell’età della Pietra, del Ferro, del Neolitico e armi), greca, romana e paleocristiana, tra cui un frammento del “Cavaliere di Petelia” (II sec. d.C.), bronzea statua equestre raffigurante Manio Megonio Leone, benemerito notabile di Petelia (attuale Strongoli) e il bellissimo “Elmo di Tiriolo” (IV secolo a. C). Il Museo delle arti di Catanzaro (MARCA), che ospita una collezione permanente di opere prodotte da artisti prevalentemente del Sud Italia (fra cui Antonio di Saliba, Battistello Caracciolo, Andrea Sacchi, Salvator Rosa, Andrea Cefaly, Mattia Preti, Alex Katz, Alessandro Mendini, Enzo Cucchi, Antoni Tàpies, Francesco Jerace), dal ‘500 al ‘900. Le raccolte del Museo Diocesano di Arte Sacra (il Tesoro della Cattedrale; suppellettili liturgiche in argento, di provenienza napoletana e siciliana; parati sacri, che testimoniano la pregevolissima arte serica catanzarese) e del Museo del Risorgimento (carte mazziniane e cospirative, diari di guerra), processo che vide Catanzaro in prima linea. Il Parco della Biodiversità Mediterranea (in cui fiori e animali convivono con installazioni artistiche di Dennis Oppenheim, Tony Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino, Wim Delvoye, Marc Quinn, Antony Gormley, Stephan Balkenhol) e la piccola oasi urbana dell’ottocentesca Villa Margherita (con molte piante pregiate e splendido panorama). Il ponte Bisantis (ad arco stradale e pedonale), il secondo più alto d’Europa a campata unica in calcestruzzo. Piazza Grimaldi, il salotto buono della città, da cui si dipanano le eleganti vie dello shopping.

 

 

 

 

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