REGGIO CALABRIA

Reggio Calabria sorge a cavallo tra il mar Tirreno e lo Ionio e ricade nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.

La città fu fondata dai Greci calcidesi, con il nome di Rhegion, nel 730 a.C., diventando ben presto una delle poleis più potenti della Magna Grecia, che visse il suo apice (V sec. a.C.) sotto il tiranno Anassilao, il quale conquistò Zancle (Messina) vagheggiando la nascita di un potente stato dello Stretto. Reggio fu distrutta (387 a.C.) da Dionisio I di Siracusa e ricostruita da suo figlio Dionisio II, con il nome di Febea (città di Apollo). Nell’89 a.C. diventò municipio romano, conservando la libertà di governarsi e parlare greco. Caduto l’Impero Romano d’Occidente, la città fu saccheggiata dai Visigoti di Alarico, fu assediata dagli Ostrogoti di Totila, fu conquistata dagli Arabi, promotori della fiorente industria serica locale. E comunque Reggio diventò una metropoli dell’Impero Bizantino e, in seguito, nucleo principale della Chiesa grecanica meridionale, anche grazie al continuo arrivo di monaci basiliani dall’Oriente. Poi passò sotto i Normanni, gli Svevi; sotto gli Angioini e gli Aragonesi, più volte. A Reggio sorse (1806) il quartier generale di Napoleone e Giuseppe Garibaldi vi conquistò (21 agosto 1860) il Regno delle Due Sicilie, per consegnarlo a Vittorio Emanuele II.

Reggio Calabria è famosa per i Bronzi di Riace, le imponenti statue di due guerrieri (1,98 e 1,97 m.) ritrovate (1972) a largo di Riace Marina. Esposte al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che raccoglie altri preziosi reperti calabresi, come la misteriosa Testa di Filosofo (V sec. a.C.), il celebre “Acrolito di Apollo” (V sec. a.C.), il raffinatissimo Kouros o Efebo (VI sec. a.C.), il gruppo marmoreo dei Dioscuri e una bella collezione di Pinakes provenienti da Locri Epizefiri. Notevoli a Reggio pure il Castello Aragonese (Monumento Nazionale), nato (536) come fortezza sotto l’imperatore Giustiniano. E la Cattedrale, il più grande edificio sacro della Calabria, di origine normanna, ricostruito dopo il sisma del 1908 in stile neo-romanico, che conserva la barocca Cappella del Santissimo Sacramento (Monumento Nazionale), la cosiddetta “colonna di San Paolo” (incendiatasi, secondo la tradizione, durante un discorso di Paolo di Tarso) e, da settembre a maggio, il quadro (1547) della Madonna della Consolazione, veneratissima Patrona cittadina, residente nella Basilica dell’Eremo (1569), insieme alla sua vara di 12 quintali e 5 metri. Tra le attrazioni reggine spiccano ancora la Chiesa degli Ottimati, con l’originale pavimento musivo romanico-normanno. Il Santuario di San Paolo alla Rotonda (1932), con tre portali bronzei di Tommaso Gismondi e Nunzio Bibbò e 500 m2 di mosaici interni (in parte di Nunzio Bava). Il neoclassico Teatro Cilea. Il centro storico, con le sue caratteristiche “strade cannocchiale”, dallo strano effetto ottico (che ingrandisce la veduta). Il maestoso lungomare, da cui si può assistere all’affascinante miraggio della Fata Morgana (un’altra magia ottica reggina). La Villa Comunale, con il suo magnifico giardino. La Biblioteca Pietro De Nava, che custodisce una copia anastatica della prima opera in ebraico con indicazione di data, ovvero il commento alla Torah del grande esegeta Rashi, stampato (1475) proprio a Reggio Calabria, dove all’epoca prosperava un’importante comunità ebraica, con la sua giudecca e la sua sinagoga. In città i frequenti terremoti (tra cui quelli terribili del 1783 e del 1908) hanno lasciato pochi segni del più remoto passato. Rimangono, tuttavia, resti di mura preromane e della mitica Rhegion (V sec. a.C.); ruderi di un tempio (V sec. a.C.) e un odeon (tra il IV e il III sec. a.C.) magnogreci; una tomba (III-II sec. a.C.) ellenistica; rovine di terme romane, con splendido pavimento musivo (II-III sec. d.C.).

La costa reggina è il regno del pesce spada, che viene cucinato in svariati modi (pasta al ragù di pesce spada; pesce spada alla reggina, alla ghiotta e al salmoriglio; involtini e parmigiana di pesce spada…). E della pasticceria, che qui offre, tra l’altro,  la pignolata; il torrone gelato; la famosa crema reggina; la ‘nzudda (tipico dolce della festa della Madonna della Consolazione); le zeppole di San Giuseppe; lo stomatico. Inoltre Reggio Calabria è la capitale del Bergamotto di Reggio Calabria – Olio essenziale DOP, un agrume rigorosamente autoctono, dalle proprietà infinite (ancora tutte da scoprire…), che si presta a mille usi, dando vita tanto a squisiti canditi che a celeberrime tabacchiere. In città è, inoltre, possibile apprezzare l’olio ricavato dalle cultivar Imperiale, Ottobratica, Ciciarello e Zinzifarica (un’oliva antichissima e in via d’estinzione, ottima anche schiacciata). I vini IGT Pellaro e Arghillà. Salumi DOP (soppressata, capocollo, pancetta, salsiccia) e prodotti della macellazione casalinga del maiale (come curcuci, frittole, buccularu). L’annona e le arance di San Giuseppe. Manufatti artigianali in legno, vetro, seta, ferro battuto, vimini (come i famosi cesti), ceramica (ispirati all’illustre produzione reggina dell’età magnogreca).

 

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