PRAIA A MARE

Praia a Mare (Cosenza) è un famoso centro turistico della Riviera dei Cedri e del Parco Nazionale del Pollino, reso ancora più celebre dall’Isola di Dino e dal Santuario della Madonna della Grotta.

Praia (o Praja) è nata da un villaggio di pescatori e contadini, nell’attuale quartiere Fumarulo, su un territorio abitato sin dal Paleolitico Superiore, come dimostrano i reperti archeologici rinvenuti nelle grotte del monte Vingiolo (comprese quelle del Santuario) e in parte conservati nell’Antiquarium del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea cittadino. Per secoli il paese è stato la frazione marina del vicino comune montano di Aieta e ha raggiunto l’autonomia solo nel 1928. Il suo nome deriverebbe da Plaga (dal greco antico πλαγιά, plagia, spiaggia) Sclavorum (Spiaggia degli Schiavoni), in ricordo dei traffici di merci e uomini che fiorirono sulla costa, oppure da Plaga Slavorum (Spiaggia degli Slavoni), per la presenza di una colonia di Slavi in zona.

Nel Santuario della Madonna della Grotta si venera una statua lignea della Vergine con il Bambino (copia perfetta di quella trafugata da ignoti nel 1979) Patrona di Praia. Il complesso (90 m. s.l.m.), costruito nel Quattrocento, sorge in cima a una scalinata, all’interno di tre cavità rocciose, sulle pendici del Vingiolo. In passato ha dato rifugio ai monaci basiliani, che vi fondarono il Monastero di S. Elia, parte del glorioso Mercurion (l’area del Pollino culla del monachesimo greco-ortodosso) e che probabilmente vi portarono la miracolosa statua della Madonna. Mentre secondo un’antica tradizione la statua fu deposta su un sasso della Grotta dal capitano cristiano di un bastimento ragusano con equipaggio turco, nell’agosto del 1326. Tra le attrazioni monumentali praiesi si segnalano pure il pittoresco centro storico. Le cosiddette “casematte”. Il forte difensivo del Fumarulo (XVI sec.), con le mura merlate di cinta ancora intatte. La Rocca di Praia (XII-XIII sec.). La Torre di Fiuzzi, una struttura antisaracena aragonese, sorta su un faraglione di 15 metri, incastonato sulla splendida scogliera di Fiuzzi, di fronte all’Isola di Dino.

L’Isola di Dino è un imponente sperone di roccia famoso per le sue grotte, tra cui la Grotta Azzurra, la Grotta del Leone, la Grotta del Frontone, la Grotta delle Sardine, la Grotta del Monaco, la Grotta delle Cascate, la Grotta Gargiulo (completamente sommersa). Dino ospita numerose specie di uccelli stanziali e migratori (come falchi pellegrini, aironi grigi, gabbiani e germani reali, beccacce di mare, marzaiole), rare varietà vegetali (quali la Palma Nana, il Talittro Calabro, il Garofano delle Rupi, la Primula di Palinuro) e sott’acqua immense praterie di Gorgonie giganti. Perciò è stata dichiarata Zona Speciale di Conservazione e inserita, con i suoi fondali, nel Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri”.

Praia a Mare, ripetutamente premiata con la Bandiera Blu e la Bandiera Verde, offre 6 km di spiaggia; un lungomare spettacolare e una pista ciclabile (che corrono paralleli per 5 km); un lungo viale di platani monumentali; strutture vacanziere di ogni tipo, e sempre alla moda.

Sulle sue tavole regna incontrastato il pesce. Così, accanto a fusilli alla calabrese, ravioli alla ricotta, capretto al forno, frittelle di fiori di zucchine, polpette di melanzane, troviamo alici scattiateimpanateripiene, in tortiera, a tortino, a polpette e frittelle di neonata (novellame di pesce azzurro). Per lo shopping c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra conserve (rosamarina; sarde salate; alici salate, pepate, marinate; melanzane e peperoni sott’olio; pomodori secchi sott’olio; pomodori secchi ripieni sott’olio; olive schiacciate e in salamoia), salumi DOP (pancetta, salsiccia, capocollo, soppressata) e formaggi (mozzarella, caciocavallo, provola, ricotta).

 

 

2 commenti su “PRAIA A MARE”

  1. M. Giuditta Garreffa

    I praiesi autoctoni da almeno una ventina di generazioni hanno chiamato la loro isola senza la preposizione “di” davanti: ISOLA DINO e i toponimi li attribuisce la gente che abita il luogo stesso; è una regola. Poi, purtroppo, la monumentalita’ dei nostri platani non e’ stata ancora concessa. La richiesta è stata presentata solo pochi mesi fa.

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