AIETA

Aieta (Cosenza) è mare e monti. Infatti, incastonata in un imponente arco montuoso (autentico paradiso del trekking e della mountain bike), a una decina di chilometri dal mare, rientra sia nella Riviera dei Cedri che nel Parco Nazionale del Pollino.

L’originario insediamento aietano sul monte Calimaro, noto come Ajeta Vetera, nasce in una zona abitata sin dal Paleolitico. Poi cresce durante la colonizzazione greca (VIII-VI sec. a.C.); ai tempi degli Enotri (VI-V sec. a.C.); sotto i Lucani (V-IV sec. a.C.), quando viene edificata la sua prima fortificazione, contro la minacciosa Thurii (Sibari); in epoca romana, perché la vicina Blanda (Tortora) si rivela un ottimo sbocco commerciale per i suoi prodotti. Nel periodo bizantino Aieta potenzia la sua fortificazione, per difendersi da Goti, Longobardi e accoglie i monaci greco-bizantini in fuga dall’Oriente, che qui fondano uno dei principali centri del mitico Mercurion (l’area del Pollino culla del monachesimo greco-ortodosso, di cui Orsomarso fu il cuore). Tra il IX e X secolo, a causa di calamità naturali, Aieta si sposta nell’attuale centro abitato, che nel tempo diventa dominio normanno, svevo, angioino, aragonese, borbonico, napoleonico e proprietà di vari feudatari. Nel 1928 viene accorpata (insieme alla vicina Tortora) al nuovo municipio di Praia a Mare, sua ex frazione marittima, ma nel 1937 riacquista l’autonomia. 

Aieta, definita “la piccola capitale calabrese del Rinascimento”, inserita nel prestigioso circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, custodisce nel suo splendido centro storico una collezione di artistici portali litici del ‘700 e ‘800, opera di maestri scalpellini locali, nonché uno dei vicoli più stretti d’Italia (52 cm), il romantico Vico dei Baci. Su tutto troneggia l’imponente Palazzo Martirano-Spinelli (XVI sec.), sede comunale e raro esempio di architettura rinascimentale civile calabrese, dichiarato Monumento Nazionale. Assolutamente da visitare in paese la Chiesa di Santa Maria della Visitazione (XVI sec), con importanti opere d’arte. Le varie antichissime cappelle disseminate sul territorio, come la Cappella di S. Biagio (XI sec.), la Cappella di S. Lucia, Maria SS. delle Grazie (XI sec.), la Cappella di San Vito Martire (XVII secolo). Le rovine della Cappella di San Nicola (X-XI sec.). I resti del Convento di S. Francesco d’Assisi (1520). I ruderi di Ajeta Vetera. La Valle dei Mulini.

Nel ricchissimo patrimonio gastronomico aietano, esaltato da innumerevoli eventi (come la Sagra del Cinghiale, la Sagra del Prosciutto di Aieta, La Notte delle Candele), rinomato per il prosciutto crudo, lavorato ancora in maniera tradizionale, per il Fagiolo Poverello di Aieta, il Fagiolo a Falce, le Clementine di Calabria IGP, il miele di erica multiflora. trova spazio anche una vasta gamma di conserve (olive schiacciate; melanzane, peperoni e peperoncini sott’olio). Di prodotti della trasformazione del latte (provola, caciocavallo, burrino, pecorino, ricotta affumicata e infornata) e del maiale (ciccioli, gelatina, guanciale, braciole, braciole di cotica). Di salumi DOP (capocollo, salsiccia, pancetta, soppressata). E a tavola, fusilli al sugo di capra o di salsiccia; ravioli alla ricotta; lagane (tagliatelle) e ceci o fagioli; pongia; ciadeddra (pasta fresca condita con un soffritto di bietole, cipolle, finocchio selvatico, patate, fave e pancetta); cotiche di maiale e fagiolini; cossa ‘mbittunata (coscia di castrato o agnello preparata con aglio, peperoncino, prezzemolo, vino bianco e rosmarino).

 

 

 

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