Soverato (Catanzaro) è una famosa località balneare (Bandiera Blu e Bandiera Verde) della Costa degli Aranci e della Riviera degli Angeli. Molto vicina al Parco Naturale Regionale delle Serre. E all’aeroporto di Lamezia Terme.
La cittadina è conosciuta come “Perla dello Ionio”. Ma anche come “Paradiso degli Ippocampi”, tant’è che accoglie il Parco Marino “Baia di Soverato” proprio per proteggere i suoi cavallucci marini. E con le sue spiagge di sottile sabbia bianca; i suoi fondali ricchi e visibili pure a grandi profondità; il suo lungomare, costeggiato da locali, ristoranti, attrezzati stabilimenti balneari; i riti della sua emozionante Settimana Santa (che culmina con l’attesissima Cumprunta), Soverato è altresì un paradiso per runners e mountain bikers, per gli appassionati di pesca, snorkeling, diving, per gli amanti della movida e della grandi tradizioni.
Il paese, abitato sin dalla protostoria, nasce all’epoca della Magna Grecia, sulla costa, con il nome di Poliporto. Ma nel periodo delle incursioni saracene (IX e X secolo) si sposta in collina, fondando il borgo fortificato di Suberatum. Poi distrutto dal terribile sisma del 28 marzo 1783 e rinato poco distante, come Soverato Superiore. Che nel Quattrocento, in seguito al matrimonio di Goffredo Borgia, figlio di papa Alessandro VI, con Sancia D’Aragona, figlia illegittima di Alfonso II re di Napoli, diventa proprietà dei Borgia. Che nel 1594 viene messo a ferro e fuoco dal corsaro turco/messinese Scipione Cicala. Intanto la sua Marina (Santa Maria di Poliporto) prospera, tanto da diventare (1881) Soverato Marina, sede del municipio.
I ruderi dell’antico borgo medievale distrutto dal terremoto del 1783 ( Soverato Vecchio) sono assolutamente da visitare. Così come il complesso funerario protostorico scavato nella roccia (Grotticelle); la zona archeologica greco–romana di Poliporto; la Torre di Carlo V (Turrazzo), a Soverato Marina. Ma il vero gioiello soveratese lo custodisce la splendida chiesa Matrice di Maria SS. Addolorata a Soverato Superiore. Stiamo parlando della famosa Pietà di Antonello Gagini (1521), una scultura in marmo di Carrara di rara bellezza, raffigurante la Vergine Maria con in grembo il Cristo morto, che si discosta dall’opera michelangiolesca per lo schema, il maggior pathos, per il tipico panneggio gaginiano.
Famoso per il suo peperoncino, Soverato, che è contemporaneamente un vivace centro agricolo e peschereccio, offre un’ottima cucina sia di mare (pasta con i ricci; spaghettoni al nero di seppia; pesce spada arrosto; aguglie gratinate; sarde ripiene) che di terra (maccarruni i’ casa; pasta a lu fùrnu; pasta e fagioli; pasta ccu finuocchiu; morseddu; capretto ripieno di spaghetti al forno; pipi e patate; polpette di melanzane; melanzane ripiene, tipiche della festa patronale dell’Addolorata). Degno di nota pure l’artigianato soveratese, con pregevoli manufatti in legno, vetro, ceramica, tessuto e oro.