La Ciclovia dei Parchi della Calabria attraversa longitudinalmente la Regione sulla dorsale appenninica, interessando i Parchi Nazionali del Pollino, della Sila, dell’Aspromonte e il Parco Regionale delle Serre, ovvero 350.000 ettari di area protetta, davvero straordinari.
Questa fantastica ciclopista parte dal Parco Nazionale del Pollino (Patrimonio Unesco per la sua biodiversità); con vette di oltre 2000 m; con una ricca, e talvolta rara, flora (il pino loricato, simbolo del Parco, rappresentato da Italus, il più antico albero vivente d’Europa…) e fauna (il nibbio reale, il gracchio corallino…); con creste dolomitiche, fitte foreste, canyon pazzeschi e ben 75 Geoparchi Mondiali Unesco. Dove è possibile praticare mountainbike, trekking, rafting, canyoning e torrentismo, arrampicata e free climbing, turismo equestre.
La Ciclovia dei Parchi prosegue nel Parco Nazionale della Sila (Riserva della Biosfera Unesco); inserito nell’omonimo altopiano (il più grande d’Europa); simboleggiato dal lupo (che ormai ha ripopolato questi luoghi); storicamente noto come il “gran bosco d’Italia” (da cui provenne buona parte del legname lavorato nella Magna Grecia e nell’Antica Roma); quasi interamente coperto da fitti boschi (di faggi, abeti bianchi, querce, castagni, aceri, tigli, del tipico pino nero) e antiche foreste (con monumentali alberi secolari); punteggiato da tre grandi laghi artificiali (Cecita, Arvo, Ampollino); impreziosito da 9 riserve naturali biogenetiche (tra cui i Giganti della Sila di Fallistro). Dove è possibile praticare mountain bike, trekking, orienteering, sci alpino e di fondo, sleddog, vela e canoa, tiro con l’arco, bio e bird watcing, turismo equestre.
La ciclopista dei parchi calabresi prosegue nel Parco Regionale delle Serre, percorso da due catene montuose parallele; da grandi boschi (di castagno, pino laricio, ontano comune e napoletano, faggio, abete bianco, leccio, pioppo bianco e tremulo), quali il bosco di Stilo-Archiforo e il serrese bosco Santa Maria; da magnifiche cascate (come quelle del Marmarico, della fiumara Assi, dell’Ancinale); dai maestosi habitat dell’Oasi naturalistica del Lago Angitola (paradiso del birdwatching) e del parco mongianese di Villa Vittoria; dai Monti Mammicomito e Consolino. Popolato da tartufi di ogni specie e da circa 340 specie di funghi; da orchidee e felci rare; dal lupo, l’istrice, il gatto selvatico e da tanta selvaggina.
La Ciclovia termina nel Parco Nazionale dell’Aspromonte (Geoparco Mondiale Unesco), dalla ricchissima flora (oltre 1500 specie floristiche, tra cui la woodwardia radicans, una felce gigante che risale al Terziario; le splendide faggete di Monte Scorda e di Zervò; la faggeta vetusta di Valle Infernale; svariati boschi di leccio d’alto fusto) e fauna (il lupo; specie rare come il driomio, la testuggine di Hermann, la rosalia alpina; cicogne; rapaci diurni; tanti uccelli migratori), che vanta siti geologici di estrema bellezza, come le cosiddette “Pietre”, tra cui Pietra Cappa (uno dei monoliti più grandi d’Europa, simbolo dell’Aspromonte), Pietra Lunga, Pietra Castello, Rocca del Drako, Rocce di San Pietro, Caldaie del latte; le Dolomiti del Sud a Canolo; le cascate Galasia e Mundu a Molochio; le tipiche fiumare. E dove è possibile praticare gli sport invernali (in un ricco comprensorio sciistico), il turismo equestre, il trekking, il birdwatching (soprattutto da una ‘strategica’ altana nei Piani d’Aspromonte), perché l’Aspromonte rappresenta una specie di trampolino per gli uccelli migratori che, dopo aver nidificato in Europa, devono superare lo Stretto di Messina per andare a svernare in Africa.