SERRA SAN BRUNO

Serra San Bruno (Vibo Valentia) è un importante centro turistico e spirituale del Parco Naturale Regionale delle Serre, situato a circa 800 metri s.l.m., tra la Sila e l’Aspromonte. La cittadina è famosa per la Certosa fondata da San Bruno di Colonia (1030-1101).
Serra San Bruno nasce proprio con la Certosa, quando Bruno, teologo e docente di Filosofia tedesco, di nobili origini, già fondatore dell’Ordine Certosino a Saint-Pierre-de-Chartreuse, in Francia, e consigliere di papa Urbano II (suo ex allievo), si ritira (1091) in eremitaggio, con alcuni compagni, nel territorio donatogli da Ruggero d’Altavilla, conte di Sicilia e di Calabria (di cui diverrà amico e consigliere) sull’Altopiano delle Serre, gettando, così, le basi del famoso convento. Il monastero si trasformerà in una grande signoria feudale, grazie alle donazioni dei re normanni (ad esempio, della redditizia grangia di Nicotera) e risorgerà per ben 2 volte, nel Cinquecento dall’abbandono e nell’Ottocento dai danni del terribile terremoto del 1783.

Dell’antica Certosa (la prima d’Italia, la seconda d’Europa dopo quella di Saint-Pierre-de-Chartreuse) rimangono i resti della cinquecentesca cinta muraria, parte del chiostro seicentesco, l’imponente facciata rinascimentale della chiesa conventuale, il cimitero dei monaci. Nella nuova Certosa, in stile gotico francese, possiamo ammirare la Chiesa del monastero, che custodisce un busto reliquario in argento con il cranio di San Bruno (1520) e una teca con le ossa del Santo e del beato Lanuino (il suo primo successore in Calabria). L’affascinante itinerario spirituale serrese prosegue con il Santuario di Santa Maria del Bosco (1094), riedificato dopo il sisma del 1783. Con il cosiddetto “dormitorio di San Bruno“, dove probabilmente il Santo trovò rifugio e sepoltura. Il Laghetto dei Miracoli, in cui  San Bruno soleva immergersi per penitenza. Il Museo, che riproduce fedelmente la vita dei monaci, di stretta clausura.

Serra San Bruno conserva una tipica struttura urbana medioevale, arricchita dai successivi sviluppi barocchi (XVI e XVII sec.) e da autentici gioielli architettonici, come le due chiese progettate dal celebre serrese Biagio Scaramuzzino (ricche di opere della vecchia Certosa). Ovvero la Chiesa matrice (1795), dedicata a San Biagio (originario Patrono del paese) e la Chiesa di Santa Maria Santissima dei Sette Dolori (1721) o dell’Addolorata, uno dei massimi esempi di architettura tardo barocca calabrese. Notevoli pure la Chiesa di San Girolamo, Maria SS. Assunta in Cielo di Terravecchia e Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto.

L’incontaminato territorio di Serra San Bruno, riconosciuto di Particolare Valore Paesaggistico (1973), offre le lussureggianti abetine del Bosco Santa Maria (Sito di Interesse Comunitario). Il monumentale Bosco di Archifòro (SIC), che custodisce l’abete bianco più grande d’Europa (C: 5,5 m; H: 55 m). Il Sentiero Archifòro, che porta dall’orto botanico di Rosarella alla Pietra del Signore (un gigantesco batolite granitico quasi sospeso nell’aria). Il Sentiero dedicato al Beato Pier Giorgio Frassati, che incrocia i resti delle Regie Ferriere borboniche di Mongiana e qualche rara carbonaia ancora attiva. L’antica mulattiera verso la Ferdinandea (la tenuta di caccia dei Borbone a Stilo). il Sentiero del Brigante,  utilizzato nei secoli scorsi dai briganti per sfuggire alla cattura.

Tra gli imperdibili eventi cittadini occorre citare la festa patronale (6 ottobre), la Festa del Fungo (primo weekend di ottobre), i suggestivi riti della Settimana Santa, tra cui la processione della Madonna dei Sette Dolori (Mercoledì Santo), la deposizione di Gesù morto (Schiovazzioni), la processione del Signore Morto (Sabato Santo).

A Serra San Bruno si possono acquistare pregiate pipe in radica, creazioni in legno, marmo, granito, rame, ferro battuto. Una grande varietà di prodotti enogastronomici, che va dai funghi (specialmente porcini), freschi o conservati, ai tartufi, ai salumi (soppressata, ‘nduja, salsiccia, pancetta), i formaggi (ricotta infornata e affumicata, pecorino), le conserve (melanzane sott’olio; olive infornate, schiacciate e in salamoia; preparati ai frutti di bosco). Tra i piatti tipici locali si segnalano spaghetti alla serrese, pasta e fagioli, pasta e ortiche, patate e peperoni arrostiti, agnello e maiale alla brace, pitta china.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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