Soriano Calabro (Vibo Valentia) sorge sul versante tirrenico delle Serre vibonesi, a circa 300 metri s.l.m. e a pochi chilometri da Serra San Bruno. Il paese deve la sua fama al Convento di San Domenico di Guzman, sacerdote castigliano (1170 – 1221) fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, detti comunemente Domenicani.
Probabilmente Soriano è stato fondato dai monaci basiliani, ma alcuni sostengono che sia nato centinaia di anni prima di Cristo, ad opera dei Siriani oppure che i monaci basiliani fondatori provenivano dalla Siria o Soria (come anticamente veniva chiamata questa Regione); da qui il nome. Il centro acquista importanza con l’arrivo dei Normanni, perché il Conte Ruggero d’Altavilla lo costituisce subito in feudo e lo pone sotto la sua signoria. Feudo che nel 1501 Ferdinando II d’Aragona eleva a Contea e affida ai Carafa di Nocera. Nel 1510 i Domenicani iniziano a costruirvi un enorme monastero, che grazie al misterioso ritrovamento della miracolosa tela achiropita (non fatta da mano umana) di San Domenico, nel 1530, diventa ben presto uno dei più ricchi e famosi santuari del mondo cattolico. Nel 1652 i Domenicani, forti del potere economico acquisito, comprano il feudo sorianese e, col tempo, costruiscono fattorie, mulini, frantoi, rinvigoriscono la locale manifattura della cera, del sapone, del miele e della terracotta, fondano un’artistica spezieria per curare i più bisognosi, addirittura creano una tipografia e una fornitissima biblioteca, determinando definitivamente lo sviluppo del paese. Finché il terribile terremoto del 7 febbraio 1783, con epicentro proprio a Soriano, non distrugge, per la seconda volta, lo splendido complesso monastico sorianese, avviando la decadenza dei Domenicani, che nel 1866 abbandonano il convento, per fare ritorno a Soriano solo 80 anni dopo.
Della sontuosa ristrutturazione seicentesca del Convento di San Domenico (23 mila mq,, articolati in cinque chiostri, quattro edifici claustrali e una maestosa chiesa), seguita al catastrofico sisma del 1659, ispirata all’Escorial e distrutta dal terremoto del 1783, restano solo gli imponenti ruderi. Mentre il nuovo Santuario di San Domenico, costruito nell’Ottocento, ne conserva alcune opere d’arte. A Soriano è possibile visitare anche il Museo dei Marmi, che proprio all’interno del Convento di San Domenico custodisce circa 200 pezzi recuperati dall’antico monastero. Il Museo del Terremoto (il primo in Europa!). Il Museo della Ceramica. Il Museo d’Arte Sacra–Pinacoteca. La Biblioteca Calabrese. La Mostra Permanente dell’Artigianato. Degni di nota pure la Chiesa del Carmine (XIX sec.), la Chiesa matrice (Anni Trenta) intitolata al Patrono San Martino di Tours, la Cappella di S. Filippo (XVII sec.), la Chiesa di S. Francesco di Paola (XVII sec.), Corso Roma, il caratteristico centro storico.
Tra i principali eventi cittadini si segnalano la “Calata del Quadro” (14-15 settembre), quando la tela achiropita di San Domenico scende dall’abside della chiesa conventuale per offrirsi alla devozione sull’altare maggiore, in ricordo del suo ‘arrivo’ a Soriano, L’emozionante incontro Pasquale tra le statue di Gesù Risorto, l’Addolorata e San Giovanni (Comprunta). La solenne processione della Madonna del Rosario (primi di febbraio), che ricorda l’intercessione della Vergine contro il terremoto del 1783 (“Festa della Madonna Liberatrice del Flagello”). Il presepe vivente allestito nei ruderi del Convento di San Domenico.
Al turista Soriano offre impagabili prodotti artigianali in vimini, giunco, bambù, legno, ferro, cuoio, cera e terracotta. Saporitissimi piatti tipici (tagliolini al ragù, polpette e polpettone, capretto al forno, melanzane ripiene) e tante tipiche bontà (olio e olive, salumi e formaggi, peperoncino, conserve di ortaggi vari). I celeberrimi mostaccioli e gli squisiti torroncini sorianesi.