VIBO VALENTIA e Hipponion

Vibo Valentia sorge su un’area abitata fin dal Neolitico. La città in principio fu antropizzata da indigeni preellenici, che la chiamarono Veip (da cui il nome Vibo). Poi diventò Hipponion, un’importante polis della Magna Grecia, fondata (VII sec. a. C.) da Locri, che volle, così, crearsi uno sbocco sul Mar Tirreno e un fedele alleato nell’eterna lotta contro le altre superpotenze magnogreche.

Infatti i Locresi vinsero nella battaglia del fiume Sagra (550 a.C.), contro Crotone, nonostante la netta inferiorità numerica, grazie all’aiuto di Reggio e delle sue subcolonie Medma (Rosarno) e Hipponion. Hipponion, che divenne talmente forte da sconfiggere la stessa Locri (422 a.C.), forse con l’aiuto di Crotone. E che nel 388 a.C. fu conquistata da Dionisio I di Siracusa, il quale la cedette proprio ai Locresi. Ma che nel 379 a.C. fu liberata e riconsegnata agli hipponiati dai Cartaginesi. Successivamente diventò dominio dei Bruzi, finché, nel 192 a.C., i Romani non vi insediarono una colonia, denominata Valentia (ovvero forza militare), come attestano le monete che la città all’epoca poteva permettersi di coniare. Nell’89 a.C. Valentia divenne municipio romano, con il nome di Vibo Valentia e grazie alla sua importanza, dovuta anche al porto (principale scalo tirrenico per il pregiato legname della Silva Brutia, l’attuale Sila), ospitò personalità quali Giulio Cesare, Ottaviano e Cicerone (che la ricorda nelle sue Lettere).

Assalito dai saraceni nell’850 e nel 983, il centro vibonese venne fortificato dai Normanni e completamente ricostruito da Federico II di Svevia, che lo rinominò Monteleone. Sotto gli Angioini visse un periodo di grande splendore. Infeudato, nei secoli, ai Caracciolo, i Brancaccio, i Pignatelli (che crearono filande, oleifici e sostennero le attività artigianali), durante il dominio napoleonico diventò capoluogo della Calabria Ulteriore. Nel 1848 partecipò ai moti risorgimentali (così come aveva partecipato alla rivoluzione napoletana del 1799). Nel 1860 venne liberato dai garibaldini. Nel 1928 riprese il nome romano di Vibo Valentia.

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