San Sosti (Cosenza) è un caratteristico borgo del Parco Nazionale del Pollino, che deve la sua fama al Santuario della Madonna del Pettoruto, uno dei più noti luoghi sacri della Calabria.
Il paese nasce verso il Mille, attorno al monastero basiliano di San Sozonte, in una zona comunque frequentata sin dall’Età del Bronzo, come attestano le tracce dell’abitato (XI-X sec. a.C.) ritrovato vicino al Castello della Rocca. Magnogreche, invece, le rovine del luogo di culto visibile presso la Chiesa del Carmine, dal quale dovrebbe provenire la preziosa ascia votiva di Kyniskos (VI sec. a.C.). Un bronzeo manufatto sibarita recante una dedica alla dea Era, che nel 1884, per misteriose circostanze, è stato acquistato, a un’asta parigina, dal British Museum di Londra.
Il Santuario Basilica Maria SS. Incoronata del Pettoruto, originato da una cappella eretta nel 1274 (o 1243) dai monaci basiliani dell’Abbazia di Acquaformosa, si raggiunge salendo una strada panoramica tra boschi di faggi e castagni. Vi si venera una miracolosa statua della Madonna, scolpita su un blocco tufaceo, rivestita di oro e argento, che secondo la tradizione fu realizzata, nel 1449, da un latitante di Altomonte poi scagionato. E ritrovata, un secolo e mezzo dopo, da un pastorello sordomuto di Scalea, che guarì all’istante per poter riferire ai sansostesi la richiesta che gli aveva fatto la statua (incarnandosi miracolosamente) di costruire esattamente lì un luogo di preghiera e di grazie. La Madonna del Pettoruto, particolarmente venerata dalle donne sterili, viene festeggiata la prima domenica di maggio, con la suggestiva festa della “Cinta” e dall’1 all’8 settembre, quando migliaia di pellegrini salgono fino al sagrato, pregando, cantando, ballando la tarantella, suonando strumenti tipici della tradizione musicale calabrese (fisarmonica, zampogna, organetto, chitarra e chitarra battente, tamburello). Una settimana di ininterrotto pellegrinaggio, abbinata a una ricchissima fiera, che raggiunge il clou giorno 7, quando viene aperta la teca che custodisce la Statua ed è possibile baciare il manto della Vergine e partecipare alla solenne processione.
Nei pressi del Santuario vi è una cittadella fortificata di epoca bizantina, che alcuni identificano con l’antica Artemisia. Molto interessanti pure i resti del Castello della Rocca (X-XI sec.). La Chiesa della Madonna del Carmine, che conserva le antiche statue della Passione protagoniste della processione del Venerdì Santo. La Chiesetta di Santa Rosalia (XVIII sec.). I ruderi della medievale Chiesa di Santo Stefano. Il Museo Archeologico e Multimediale “Artemis”, che espone materiale archeologico proveniente dai vari Comuni del Parco Nazionale del Pollino. I murales che impreziosiscono il centro storico.
San Sosti, posta tra le maestose vette del Pollino, alle falde dello splendido Cozzo del Pellegrino (1987 m), offre al visitatore incantevoli scenari naturalistici e indimenticabili itinerari di trekking. Di particolare bellezza è la Fontana di Fra Giovanni, che si incontra sulla strada per il Santuario del Pettoruto.
San Sosti, che rientra nella zona di produzione dei vini IGT Esaro e Valle del Crati, delle Clementine di Calabria IGP, produce anche ottimi salumi (soppressata DOP, salsiccia DOP, capocollo DOP, pancetta DOP, ‘nduja), formaggi (caciocavallo, pecorino, caprino, cacioricotta, ricotta salata) ed è famosa per i funghi, a cominciare dai prelibati porcini. Tra le specialità culinarie sansostesi si segnalano fusilli al ragù di capra e cotta (stracotto di capra).