SCALEA

Scalea (Cosenza) è una famosa località turistica della Riviera dei Cedri.

La sua nascita risale a Lavinium, colonia romana nata alla foce del fiume Lao (dopo la distruzione di Laos, un’importante polis magnogreca sorta nell’odierna Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro), che in epoca greco-bizantina, per sfuggire alla malaria e alle incursioni saracene, si spostò in collina, fondando, appunto, Scalea, e un villaggio ad essa collegato (la futura San Nicola Arcella). Dopo il dominio bizantino, longobardo (VI sec.), normanno (XI sec.), svevo (XII sec.), Scalea affronta quello angioino (XII sec.), al quale si ribella fieramente, passando sotto Giacomo II d’Aragona (XIII sec.), che, grato, le assicura un sensibile sgravio fiscale. Così la città, che aveva già primeggiato nell’attività marinara e mercantile in epoca normanna, vanterà (fino all’inizio del XV secolo e poi ancora nel Settecento) una delle più potenti marinerie di Calabria. Intanto diviene anche un fiorente centro religioso, artistico e culturale, grazie soprattutto al convento francescano eretto (1255) dal Beato Pietro Cathin (compagno di San Francesco d’Assisi). Vittima del sanguinario saraceno Dragut (XVI sec.); del terribile corsaro Amurat Rais e di una serie di terremoti, carestie e pestilenze (XVII sec.); delle truppe napoleoniche. (1806); di vari bombardamenti aereo-navali angloamericani durante la seconda guerra mondiale; negli anni Sessanta si sviluppa sulla costa, imponendosi ben presto come nota destinazione balneare.

Il caratteristico centro storico scaleota, arroccato su uno sperone roccioso, attraversato da una scalinata e una rete di scalini, è sovrastato dai ruderi del Castello. Una fortezza edificata dai Normanni (su una rocca longobarda) e abbandonata alla fine del XVIII secolo. Notevoli pure il Palazzo dei Principi Spinelli (XIII sec.), scrigno di immensi saloni e pregevoli affreschi seicenteschi. Il Palazzotto Normanno detto d’Episcopio (XII sec.). Palazzo Pallamolla, appartenuto (dal XIV sec.) all’omonima famiglia di abili mercanti provenzali. Tra i vari luoghi di culto scaleoti occorre, invece, citare la Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, meglio conosciuta come Chiesa della Madonna del Carmine (proclamata protettrice della città nel 1875, dopo un’epidemia di colera), sorta in epoca basiliana (VIII sec.). Il Santuario della Madonna del Lauro (XVIII sec.), dove si venera la statua donata da alcuni marinai di Meta di Sorrento, scampati a una tempesta lungo la costa. La Chiesa di San Nicola in Plateis (VIII-IX sec.), che custodisce le tombe degli illustri concittadini Ademaro Romano (ammiraglio e regio consigliere degli Angioini) e Gregorio Caloprese (pedagogista, medico, filosofo cartesiano, maestro del Metastasio). I ruderi del Convento Francescano, della chiesetta bizantina di San Cataldo (XI sec.), della chiesetta dello “Spedale” (IX sec.) o di San Nicola dei Greci, eretta dai monaci basiliani per assistere i pellegrini durante le crociate. Di grande interesse anche Palazzo del Vescovo. Torre Talao (XVI sec.), la torre di avvistamento simbolo della città. Torre Cimalonga (XV sec.), sede dell’Antiquarium cittadino. I resti di Torre della Scalicella, detta pure Torre di Giuda, forse perché in prossimità dell’antico ghetto ebreo.

Scalea offre 8 chilometri di splendide spiagge, come la Spiaggia di Torre Talao, la Spiaggia dell’Ajnella (agnella), caratterizzata dalla Grotta della Pecora, la  Grotta del Tras’ e jesce (entra e esci), la Grotta dei Baci, lo scoglio della Giumenta. Inoltre Scalea offre l’opportunità di praticare tutti gli sport acquatici, dalla pesca al diving, magari per esplorare il relitto del piroscafo francese Lilliois, affondato da un sommergibile inglese durante l’ultima guerra.

Tra i prodotti tipici di Scalea possiamo ricordare i fichi di Cosenza DOP, con relativo miele. Il miele di Erica multiflora. Salumi (salsiccia, capocollo, pancetta, soppressata). Conserve (rosamarina; alici salate, pepate, marinate; sarde salate; pomodori secchi, pomodori secchi sott’olio, pomodori secchi ripieni sott’olio; melanzane sott’olio; olive schiacciate). Formaggi (mozzarella, caciocavallo, provola, ricotta, burrino, pecorino). Tutte le bontà della Riviera dei Cedri, a cominciare da quelle a base di cedro (come i famosi panicelli) e peperoncino, nonché dal rinomato vino di Verbicaro (Bianco DOC, Rosato IGT, Rosso DOC). Tra le specialità culinarie scaleote troviamo, invece, fusilli con sugo di polpette o ragù di capra; lagane e ceci; spaghetti mollicati; spaghetti con carciofi; penne e cavolfiore; bucatini con baccalà. E ancora, salsiccia o baccalà con peperoni secchi, pesce spada alla ghiotta, frittelle di neonata (novellame di pesce azzurro). La sontuosa pitta ripiena. Le prelibate capucelle (testine di agnello o capretto gratinate).

 

 

 

 

 

 

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