Nell’antichità il territorio diamantese viene interessato dai traffici marittimi di Focesi e Romani (i quali vi avviano le prime importanti coltivazioni), ma comincia davvero a svilupparsi solo nel XVII secolo, quando i Carafa (signori di Diamante e Belvedere Marittimo dal 1622) costruiscono una vera e propria fortificazione, intorno al torrione edificato dai Sanseverino (illuminati feudatari di Diamante dal 1465), per difendersi dai saraceni.
Cessato il pericolo saraceno, la costa adamantina inizia a popolarsi, anche grazie all’arrivo di possidenti e mercanti napoletani, amalfitani, salernitani, attirati dalle varie potenzialità del territorio. Così, nel Seicento e Settecento, Diamante (che già aveva vissuto un prospero periodo sotto i Sanseverino) diventa un importante centro agricolo, peschereccio e commerciale, che, con la sua notevole marineria, esporta lo zucchero di canna (e successivamente l’uva passa, la seta, il cedro) in tutt’Italia e parte dell’Europa.
La storia diamantese è comunque strettamente legata alla splendida Cirella, che dal 1876 ne è frazione. E al suo fiume, il torrente Corvino (chiamato un tempo Diamante), che con le sue acque ha da sempre sostenuto l’economia prettamente rurale della zona, determinando la nascita e lo sviluppo del centro adamantino.
Tutta questa magica stratificazione di esperienze e civiltà ha trasformato Diamante in un affascinante crogiolo di antiche tradizioni, spesso legate ai grandi appuntamenti della Fede, come le attesissime processioni cittadine dell’Addolorata (3a domenica di maggio) e della Vergine del Carmelo (16 luglio), rispettivamente protettrici dei marinai e dei contadini. O la ricca Settimana Santa adamantina, che culmina nella Cordata del Venerdì Santo, quando i pescatori e gli agricoltori, uniti dalla stessa corda, con le loro corone spinose di cedro e sparacogna, animano l’emozionante processione dei Misteri, accompagnati dagli struggenti Cori della Passione.